Bill McKibben. La Terra sta cambiando, vi dico come

Bill McKibben, giornalista e scrittore, si batte da anni per far partire il cambiamento dal basso, dalla gente. La nostra intervista.

Bill McKibben, giornalista e scrittore, è stato definito da Time Magazine come il miglior eco giornalista a livello globale. Fondatore dell’organizzazione 350.org, il 10 ottobre di quest’anno ha messo insieme 5200 dimostrazioni simultanee in 181 Paesi nel mondo per sensibilizzare la popolazione sulla necessità di tagliare drasticamente le emissioni di CO2.

 

Right Livelihood Award 2014 Stockholm 12/ 2014 Photo: Wolfgang Schmidt
Right Livelihood Award 2014 Stockholm 12/ 2014 Photo: Wolfgang Schmidt

 

Perché ha iniziato ad occuparsi di ambiente, cosa l’ha spinta?
Ho iniziato perché sono profondamente innamorato della vita all’aria aperta, vivo in montagna, vicino ai boschi. Ma adesso ho delle ragioni più importanti che mi spingono ad andare avanti. Ho passato molto tempo in Bangladesh, in India e in America Latina, Paesi questi già molto colpiti dal cambiamento climatico. Ecco cosa mi spinge.

 

Parliamo del suo ultimo libro, partendo dal titolo Terraa.
La strana cosa riguardo questo libro è proprio il suo titolo, cioè c’è una “A” in più rispetto al sostantivo originale. E questo per far capire alla gente che il nostro mondo, le Terra, è già cambiata, sta diventando sempre più pericolosa e cambierà sempre di più.

 

Ma come sta cambiando il pianeta, cosa sta accadendo?
Dal momento che noi continuiamo a bruciare petrolio, carbone e gas si crea una sorta di riscaldamento sul pianeta. Finora la temperatura è aumentata di un grado e questo ha portato ad esempio allo scioglimento dell’Artico e ha provocato ondate di caldo e siccità e ha cambiato profondamente il ciclo idrico, tanto da provocare forti inondazioni.

 

Cosa possiamo fare quindi?
A questo punto non si può più agire singolarmente, in maniera frammentaria. Le singole persone non possono fare la
differenza. Dobbiamo mettere sotto pressione i governi e il sistema mondiale per far sì che vengano messi dei divieti
sull’emissione di CO2, in modo che la situazione economica, i vantaggi economici che possono derivare da questo cambino.

 

L’economia verde è quindi l’unica strada?
E’ l’unica economia che ci possiamo permettere a questo punto, perché se non rispettiamo i confini della natura quando facciamo economia, non ci sarà più economia in futuro e dobbiamo raggiungere questo obiettivo il prima possibile.

 

Lei ha partecipato al Summit sul Clima tenutosi a Copenaghen lo scorso dicembre. Quali sono state le sue impressioni?
E’ stato un fallimento in quanto i Paesi più ricchi e più dipendenti dal consumo di petrolio, non si sono dimostrati ancora pronti ad ammettere i problemi e gli errori che essi stessi hanno causato. Non è successo nulla. E’ stata
una grande occasione mancata e proprio per questo dobbiamo organizzare un movimento ancora più grande il prima
possibile.

 

Cosa pensa a riguardo dei cosiddetti detrattori del cambiamento climatico?
I cosiddetti scettici del clima non prestano attenzione alla scienza bensì si basano sul denaro o sulle ideologie. La
scienza non potrebbe essere più chiara. E’ evidente che la temperatura si sta alzando, gli scienziati infatti non hanno alcun dubbio a riguardo. Ma queste persone hanno altri motivi per non credere alla scienza e questo causa dei problemi perché ritarda qualsiasi tipo di azione e questi ritardi sono fatali perché dobbiamo agire il prima possibile.

 

Lei ha fondato un’organizzazione e l’ha chiamata 350.org. Perché questo nome?
350 è il numero più importante del mondo in assoluto. Un numero che fino ad un paio di anni fa ai più era
sconosciuto. Gli scienziati hanno però stabilito che una quantità di anidride carbonica superiore a 350 parti per
milione in atmosfera, non è compatibile con la vita nel pianeta come la conosciamo, dove si è sviluppata la nostra
civiltà. Adesso siamo già a 390 parti per milione e questo ha provocato lo scioglimento dell’Artico, ad esempio. Per
questo abbiamo usato il numero arabo 350, per renderlo comprensibile a tutti.

 

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