Earth – Un giorno straordinario, il documentario che ci mostra la Terra come se arrivassimo da un altro pianeta

“Earth – Un giorno straordinario” è un viaggio di 24 ore alla scoperta del nostro pianeta, in uscita nelle sale per la Giornata mondiale della Terra. È un documentario diverso dagli altri: il motivo lo abbiamo chiesto ai registi.

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“Ogni giorno è straordinario. In qualunque momento, in ogni parte del mondo, c’è qualcosa di incredibile che sta accadendo”: questo è il messaggio del documentario Earth – Un giorno straordinario, così riassunto dal regista Peter Webber, conosciuto per aver diretto pellicole come La ragazza con l’orecchino di perla e Hannibal Lecter – Le origini del male.

L’uscita nelle sale di Earth – Un giorno straordinario è prevista per il 22 aprile 2018, in occasione della Giornata mondiale della Terra. Prodotto dalla Bbc Earth films e distribuito da Koch media, il film è il tanto atteso seguito di Earth – La nostra terra e resterà al cinema soltanto fino al 24 aprile.

Lo spettatore viene catapultato su un pianeta a dir poco affascinante, il nostro, e ad accompagnarlo in un viaggio che dura dall’alba al tramonto – un singolo, indimenticabile giorno – è la voce di Diego Abatantuono. Grazie alla partnership con LifeGate Energy, LifeGate ha avuto la possibilità di intervistare i registi Peter Webber e Richard Dale in esclusiva.

Immaginate di “arrivare sulla Terra da un altro pianeta”…

“Questo documentario è ideato per persone che, come me, non pensano in continuazione al mondo che le circonda”, esordisce Richard Dale. “È un film che interrompe le tue attività quotidiane e ti mostra il mondo come se lo vedessi per la prima volta, come se arrivassi sulla Terra da un altro pianeta, ti guardassi intorno ed esclamassi: ‘Wow, che posto magnifico è questo’”. È la sensazione che si prova nell’osservare i narvali che nuotano leggiadri tra i ghiacci artici, eleganti come unicorni che sfrecciano tra gli alberi di una foresta incantata. È lo stesso sentimento che proviamo nel vedere un cucciolo di panda, una femmina, mentre esplora il mondo intorno a sé per la prima volta, incuriosita, timorosa, stupita – e maledettamente felice. Scene che non riguardano soltanto i panda, “ma noi stessi e il modo in cui i nostri figli scoprono la vita”, spiega Dale.

…e vi renderete conto di quanto sia straordinaria 

È davvero impossibile non rimanere affascinati, addirittura sconvolti, di fronte ad immagini tanto belle; viene quasi da piangere nel rendersi conto che viviamo in un posto così. Spesso non ci pensiamo, siamo preoccupati dalle nostre incombenze quotidiane, ma in questo preciso istante c’è una leonessa che sta galoppando sotto il sole della savana sollevando la polvere sotto di sé, una zebra che incita il suo cucciolo a non arrendersi di fronte alla corrente impetuosa del fiume nonostante le sue zampe siano ancora così fragili, un orso che si gratta la schiena contro un albero in un gesto tanto animalesco quanto umano. “Ad essere fuori dall’ordinario non sono soltanto gli animali esotici, come i panda, ma anche quelli più comuni, come i topi. Ogni giorno vivono delle vite straordinarie”, puntualizza Richard Dale. 

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Earth – Un giorno straordinario è nelle sale in occasione della Giornata mondiale della Terra © Koch media

Ci sono voluti 5 anni di riprese per realizzare il documentario Earth – Un giorno straordinario

Produrre la pellicola non è stato facile: ci sono voluti cinque anni di riprese, ma soprattutto un grandissimo lavoro di ricerca e di preparazione per scegliere quali animali filmare, quando e con che angolazione. Alcune scene sono tratte da altri documentari della Bbc. È un lavoro insolito per un regista, che di solito è abituato ad avere il controllo della situazione; in questo caso sono la natura e gli animali ad averlo. Ci sono eventi che accadono soltanto una volta all’anno, perciò serve essere nel posto giusto al momento giusto, o essere disposti ad attendere mesi per filmare di nuovo una singola scena. Realizzare quella che mostra la nascite delle iguane, ad esempio, ha richiesto parecchio tempo. Ogni anno, per tre anni consecutivi, la troupe è tornata sulle isole Galapagos per riprendere quell’istante irripetibile.

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Il ruolo degli esseri umani 

L’uso delle luci è stato determinante, proprio perché è sul sole che si basa lo sviluppo della storia. “La luce ci è servita per definire la struttura del film: siccome ci si sposta da un luogo all’altro del mondo, serviva qualcosa che facesse da filo conduttore”, racconta Peter Webber. Ed è sempre attraverso le luci, quelle della città, che viene introdotta la presenza di un altro essere vivente: l’uomo. “Fino alla fine, non abbiamo voluto mostrare l’ambiente urbano. Ma ignorare la presenza umana sarebbe stata una sorta di menzogna: abbiamo invece voluto attrarre l’attenzione degli spettatori sull’importanza della loro interazione con la natura”, prosegue Webber. “Il mondo, del resto, è anche la nostra casa”, concorda Dale.

Interessante il fatto che non vengano mostrate popolazioni indigene. “Ho vissuto in Amazzonia per un mese e sono il primo a dire che i nativi siano essenziali alla custodia di alcune aree del pianeta, ma è una questione complessa, che va affrontata con attenzione”, chiarisce Webber. “Queste persone non vanno mostrate come selvaggi nello stesso modo in cui lo sono gli animali che vivono nella giungla”.

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Per realizzare il documentario ci sono voluti cinque anni di riprese. E un lunghissimo lavoro di ricerca e di preparazione © Koch media

Earth – Un giorno straordinario è un film che trasmette voglia di vivere e di uscire alla scoperta del mondo

L’irruzione del contesto urbano nel mondo naturale ci fa subito venire in mente una cosa: gli effetti delle attività umane sul pianeta. Secondo i registi, i cambiamenti climatici hanno resto tutto più imprevedibile; le abitudini degli animali si modificano, si adattano a nuovi scenari. Il lavoro di un documentarista, per questo, è diventato ancora più difficile. 

Tuttavia, non hanno voluto realizzare un film che lasciasse l’amaro in bocca, che denunciasse come l’uomo sta distruggendo il pianeta. Al contrario, hanno dato vita ad una “celebrazione del mondo naturale” nella speranza che “le persone capiscano che è un tesoro da proteggere”, spiega Webber. “Non vogliamo che la gente esca dal cinema sentendosi depressa perché stiamo rovinando la Terra, ma ottimista perché è un posto fantastico. Siamo davvero fortunati a viverci, viene voglia di uscire di casa e andarlo a vedere. È per questo che poi lo si vuole proteggere” – conclude Dale. 

Si tratta di un documentario adatto a tutti, dallo stile inusuale, ironico, capace di strappare un sorriso, una risata o di tenere col fiato sospeso. Dà tante emozioni ed è in grado di regalarci un giorno straordinario: per ricordarci che anche noi, come gli altri animali, su questo pianeta non abbiamo vite ordinarie.

L’intervista è stata condotta nell’ambito della partnership con LifeGate Energy. Se vuoi fare la tua parte, scegli anche tu energia pulita.

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