È soddisfatta Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’Aea, alla presentazione del rapporto: “La riduzione delle emissioni di gas serra è una buona notizia”. Naturalmente il bicchiere è solo per metà mezzo pieno: “Tuttavia – ha sottolineato – la riduzione, avuta in particolare nel 2011, è stata in gran parte dovuta ad un inverno più caldo. Ciò nonostante, l’Unione europea sta facendo chiari progressi verso i suoi obiettivi di emissione”. I numeri. I dati ufficiali, riportati dall’Ue alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, parlano di una riduzione delle emissioni di CO2 del 18,4% rispetto ai livelli del 1990, i valori più bassi mai registrati. Incluendo il traffico aereo, si raggiunge il 17%. In particolare la CO2 è diminuita nel 2011, ultimo anno analizzato, del 3,3% rispetto all’anno precedente. Dato dovuto in parte all’inverno mite e alla minor domanda di riscaldamento. Per avere i dati ufficiali fino al 2012 dovremmo però aspettare il prossimo anno. Finora, grazie alle indicazione del sistema di scambio di emissioni (ETS), i valori si attestano su di una riduzione del 2,1%. Nonostante la consistente riduzione, “c’è stato un aumento nel consumo di carburanti come il carbone, mentre la produzione di energia idroelettrica e il consumo di gas è diminuito”, ha spiegato McGLade. “Se l’Europa vuole realizzare la transizione verso una società a basse emissioni di carbonio, avrà bisogno di significativi investimenti in tecnologia e innovazione”. Il ruolo della produzione di energia. Nonostante il consumo di combustibili fossili sia diminuito del 5%, è aumentato quello di combustibili solidi, quali carbone e lignite, in aumento di quasi il 2%. Il gas naturale è sceso di quasi l’ 11%, mentre l’utilizzo di biomasse è aumentato di meno di 1%. Il consumo di energia da fonti rinnovabili ha avuto il secondo più grande declino degli ultimi 21 anni in termini percentuali, dovuto principalmente alla produzione di energia idroelettrica notevolmente diminuita. L’eolico e il solare, tuttavia, continuano la loro corsa, mentre il contributo di energia nucleare è drasticamente diminuito grazie alla chiusura delle centrali in Germania.