Le foreste assorbono sempre più CO2, ma le emissioni crescono a un ritmo più veloce

Le foreste e le piante di tutto il mondo ce la stanno mettendo tutta per assorbire sempre più CO2, ma la soluzione finale resta nelle nostre mani.

Per contrastare l’aumento delle emissioni di CO2 e il riscaldamento globale, la vegetazione presente sulla Terra ce la sta mettendo davvero tutta. Negli ultimi dieci anni, gli alberi e le piante di tutto il mondo avrebbero stoccato altri quattro miliardi di tonnellate di gas ad effetto serra, soprattutto grazie a progetti di riforestazione in Cina, a un aumento delle aree boschive in alcuni paesi dell’ex Unione Sovietica e a un’espansione della vegetazione in alcune aree tropicali dell’Australia, dell’Africa e dell’America del Sud dove l’habitat prevalente è la savana.

 

muschio

 

La ricerca guidata da Yi Liu dell’Università del New South Wales e pubblicata sulla rivista Nature Climate Change col titolo Recent reversal in loss of global terrestrial biomass ha analizzato i dati satellitari raccolti lungo un periodo di venti anni e ha scoperto che, nonostante la deforestazione (sia legale che illegale) continui a interessare vaste aree del Brasile e dell’Indonesia, la CO2 stoccata dalla vegetazione è in aumento.

 

“Da questa ricerca, possiamo osservare che queste piante possono aiutare ad assorbire parte della CO2, ma ce n’è ancora tanta in atmosfera”, ha affermato Liu raggiunta dall’agenzia di stampa Reuters. “Se vogliamo stabilizzare il livello di CO2 in atmosfera ed evitare le conseguenze del riscaldamento globale, c’è ancora bisogno di ridurre le emissioni prodotte dai combustibili fossili”.

 

sottobosco

 

La ricerca, dunque, non fornisce nessun pretesto per continuare a consumare carbone e petrolio o a cementificare il territorio al ritmo odierno visto che quattro miliardi di tonnellate di CO2 sono poca cosa rispetto ai 60 miliardi rilasciati in atmosfera a causa delle attività umane nello stesso periodo (2003-2013).

 

Liu, inoltre, non è convinta che questa tendenza possa essere confermata anche in futuro visto che la geografia e la quantità di precipitazioni è soggetta a variazioni sempre più rapide a causa dei cambiamenti climatici. Se da un lato, lo scioglimento del permafrost, il terreno perennemente ghiacciato che si trova ai poli, potrebbe contribuire a un aumento della vegetazione, dall’altro la conquista di aree verdi nella savana è da considerarsi effimera. Il vero rischio è che le zone aride e la desertificazione dovute alla siccità prendano il sopravvento in larghe parti delle aree tropicali.

 

foglia

 

Le necessità emerse dallo studio, dunque, rimangono le stesse. Per contrastare i cambiamenti climatici, è prioritario stabilizzare la CO2 in atmosfera attraverso una riduzione dell’uso dei combustibili fossili e una maggiore tutela delle foreste tropicali.

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