Fine dell’anno, tempo di bilanci. Per questo vogliamo ripercorrere insieme a voi le principali notizie ambientali (riportate da LifeGate) che hanno caratterizzato, nel bene e nel male, l’anno che sta per concludersi. 2010, l’anno della biodiversità Il 2010 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite l’Anno Internazionale della biodiversità: obiettivo della convenzione firmata nel 1992 è quello di tutelare la diversità biologica del pianeta, usare in modo sostenibile i suoi elementi, dividerne i benefici in modo giusto ed equo tra tutti gli esseri umani. 22 febbraio- Il caso Lambro Il disastro ambientale del fiume Lambro è stato causato dall’immissione dolosa di una ingente quantità di petrolio nel fiume Lambro, già da anni vittima di pesanti forme di inquinamento. Il petrolio fuoriuscito dalle cisterne defluì nei terreni vicini alla raffineria e da lì si riversò nel condotto fognario, finendo poi nel Lambro e scendendo verso valle trasportato dalla forte corrente del fiume, gonfio dalle piogge invernali 20 aprile- La marea nera nel Golfo del Messico Situata a circa 80 chilometri dalla costa della Louisiana, la Deepwater Horizon, piattaforma petrolifera BP, estraeva 8.000 barili al giorno al momento dell’incidente. Un’esplosione ha causato un incendio, e un tubo di t trivellazione connesso alla struttura è stata la causa della fuoriuscita del petrolio nell’oceano, provocando la più grande catastrofe ambientale della storia americana. 21 novembre- Giornata nazionale dell’Albero Domenica 21 novembre si è svolta la prima Giornata Nazionale dell’Albero, dal disegno di legge del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. In questa domenica sono state organizzate iniziative su tutto il territorio nazionale. Obiettivo: rimarcare l’importanza del patrimonio arboreo e boschivo del nostro Paese 11 dicembre- Conferenza sul clima di Cancun Nella città messicana si sono incontrati i rappresentanti di circa 200 paesi per cercare un percorso comune nella lotta ai cambiamenti climatici e per tentare di accorciare le distanze tra Paesi ricchi e Paesi poveri. L’accordo finale ha definito solo gli obiettivi che l’intera comunità internazionale dovrà perseguire ma non i mezzi: soddisfazione a metà per questo esito, la palla rimbalza dunque alla prossima conferenza sul clima, prevista a Durban (Sudafrica), a fine 2011.