Bracconaggio, combatterlo ora è una priorità per ogni nazione del mondo

La lotta al bracconaggio e al traffico di specie a rischio è a un punto di svolta. Le Nazioni Unite hanno adottato una risoluzione storica per fermare i criminali.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato per la prima volta e all’unanimità una risoluzione contro il bracconaggio e il traffico illegale di specie protette. Promossa dal Gabon e dalla Germania, la proposta era sostenuta da oltre 70 paesi, Italia compresa. La risoluzione, definita storica dagli addetti ai lavori, ha come obiettivo fermare la crescente domanda sul mercato nero di animali definiti “parte insostituibile degli ecosistemi della Terra” che, inevitabilmente, spinge in alto anche l’offerta.

 

bracconiere

 

Attraverso la risoluzione, l’Assemblea generale ha voluto esprimere forte preoccupazione sull’aumento delle uccisioni di elefanti e rinoceronti, rispettivamente per l’avorio e il corno. Anche se non è giuridicamente vincolante, la decisione sollecita la comunità internazionale a “fare passi decisivi a livello nazionale per prevenire, combattere e sradicare il commercio illegale di fauna selvatica”. Ad esempio attraverso il rafforzamento delle leggi, del sistema giudiziario e della collaborazione tra forze di polizia, senza dimenticare la partecipazione delle comunità locali dove vivono i pachidermi e altre specie a rischio estinzione per colpa dell’uomo.

 

elefante

 

“La risoluzione delle Nazioni Unite segna l’inizio di una nuova fase nella lotta contro i crimini di natura che stanno minacciando innumerevoli specie portando sull’orlo dell’estinzione mentre mette a repentaglio la sicurezza interna dei paesi e lo sviluppo sostenibile”, ha dichiarato entusiasta il direttore generale del Wwf International, Marco Lambertini. “Questa risoluzione spartiacque è la dimostrazione che porre fine al bracconaggio non è più solo una questione ‘ambientale’ e non si limita a coinvolgere pochi stati: è diventata una priorità per tutte le nazioni”.

 

rinoceronte

 

La Cina copre il 70 per cento della domanda globale di avorio secondo i dati in mano alle organizzazioni non governative ed è responsabile dell’uccisione di 30mila elefanti africani ogni anno. I paesi che più soffrono o subiscono l’influenza negativa cinese sono il Kenya e la Tanzania, nel continente africano, dove fisicamente vivono gli elefanti, e Hong Kong, usato come porto principale dai bracconieri per smistare la merce illegale in tutta l’Asia.

 

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati
Quanti alberi si possono tagliare?

Conoscere quanti alberi è possibile abbattere è importante per il futuro del Pianeta. Grazie ad immagini satellitari, modelli di studio e trend futuri, la presenza degli alberi è fondamentale.

a cura di Sisef