Gianluca Genoni, classe ’68, è undici volte primatista mondiale di apnea profonda. “Da subito mi ha affascinato il silenzio, il benessere, il senso di rilassatezza che si prova in quelle situazioni. Altri avevano un senso di panico e di costrizione. Io più scendevo e più stavo bene”. Gianluca ha esplorato diverse profondità, anche interiori, per studiare, conoscere e superare i limiti che sono intrinsechi al corpo umano grazie alle tecniche di rilassamento e di gestione della forza della mente e inizia un tipo di training che include, oltre a tutti gli esercizi fisici tradizionali, la meditazione e pratiche di respirazione pranaiana derivanti dallo yoga. “Adesso come adesso considero che la preparazione atletica e quella mentale abbiano uguale importanza. Anche quando insegno, mentre cerco di trasmettere la mia passione per la subacquea ai miei allievi, cerco anche di far capire che non si ottengono i miei risultati in quattro e quattr’otto, ma che ci vuole una preparazione completa portata avanti con costanza.” Riconosce che la nostra cultura è spesso un ostacolo all’avvicinamento di questi tipi di discipline che vengono spesso viste con sospetto e leggerezza: “quando insegno cerco di spiegare le tecniche che uso ma la gente sente quello che vuole”. Eppure certi esercizi sono importanti perché, conferma Genoni, “allenare la mente è molto più difficile che allenare il corpo”. Genoni vede nell’apnea “il fine primario del benessere psico-fisico. Lo faccio per questo la maggior parte dell’anno. Quando mi sento stressato, il giorno dopo vado a fare apnea e mi rilasso. Poi per i record lo considero lavoro, e mi considero fortunato che la mia passione sia diventata la mia occupazione”. Durante i suoi allenamenti gli esercizi sulla respirazione e il rilassamenteo lo portano a raggiungere uno stato in cui ha 8-10 battiti cardiaci al minuto. Con questi esercizi “ho aumentato tantissimo il controllo e la padronanza del mio corpo. A volte mi capita di cadere come in trance. Hai una sensazione di benessere assoluto, entri in una dimensione diversa e pensi a cose bellissime. Per esempio faccio un esercizio in piscina in cui non respiro per otto minuti. Metto la testa sotto l’ultimo gradino della scaletta e divido il mio corpo da quello che è il mio spirito. Il primo è sotto e il secondo è fuori che guarda. Così si prova un benessere molto più alto. Non sento il mio corpo e vado fuori a vedere il sole dalle vetrate. Poi mi sveglio uscendo da questo torpore e torno io: anima e corpo sott’acqua”. Padrone ormai di queste tecniche unite alla sua altissima preparazione atletica, Gianluca Genoni esplora tutte le possibilità che può presentargli la sua passione. Ha infatti provato a fare immersioni ad alta quota in inverno, nel lago Cime Bianche, sotto il Plateau Rosa creando un buco nella superficie ghiacciata. Ora si sta preparando per fare un’immersione nel lago più alto del mondo, sull’Everest, a circa 6000 metri di altitudine. “Sono intrigato dall’Everest”, dice Genoni, e anche se non pensa di continuare ancora per molti anni a fare immersioni professionalmente per definire dei record, dichiara che non smetterà mai di fare subacquea. La vede come stile e filosofia di vita, un’alternativa alla noia del lavoro e del cartellino. “Preferisco andare a vivere in Tibet a pane e acqua piuttosto che fare una vita ogni giorno a prendere la metropolitana”, afferma. E non è difficile da comprendere che un tipo come lui, voglia andare oltre a conquistarsi una vita fatta a sua misura e profondità. Simona Valesi direttore responsabile di Oltretutto