Secondo la Corte costituzionale la sugar tax sulle bevande analcoliche edulcorate è pienamente legittima e risponde anche a una esigenza sociale.
Come e quanto si dorme nel mondo, e come si dormiva senza elettricità
Lo studio di come si dorme nelle diverse regioni del mondo e di come dormivamo in altre epoche potrebbe essere d’aiuto nel comprendere l’insonnia e lo stress dell’èra moderna.
Il primo studio comparativo sul sonno è stato condotto dalla antropologa della Emory University Carol Worthman nel 1998. Prima di allora, a differenza di altre branche scientifiche, l’antropologia non s’era addentrata molto in un settore che, comunque, copre e occupa un terzo dell’umana esistenza.
Dormire in gruppo e in ambienti scomodi
Un elemento di profonda differenza tra le diverse culture è innanzitutto la capacità di saper dormire anche in ambienti affollati e perfino scomodi e rumorosi. Un viaggiatore occidentale che si trovasse a passare la notte su un tossicchiante trenino keniota con i sedili di legno, al mattino sarebbe dolorante e macilento, mentre i locali si sveglierebbero ben riposati e brillanti. Questione di abitudine, forse, o di diverse aspettative sulla qualità e la quantità di sonno necessarie.
Dormire con i bambini
I pattern dell’ecologia del dormire si rivelano differenti anche su altri aspetti. Per esempio, in America e in molti stati europei si considera strano, o perfino pericoloso, dormire nello stesso letto con un neonato. Invece “in gran parte dei Paesi in via di sviluppo pensano esattamente l’opposto – afferma Carol Worthman – anzi, è un uso pressoché universale che i bambini non dormano mai da soli. Nel mondo, spesso le loro mamme gli si coricano accanto, su un letto, su una stuoia, comunque nello stesso giaciglio”. Di più. Porre un bambino piccolo a dormire in una stanza separata sarebbe in molte culture interpretato come un maltrattamento.
Dormire con un occhio solo
In realtà le origini dell’uomo suggeriscono che il dormire fosse un gesto sociale, perché per centinaia di migliaia di anni molto probabilmente si dormiva in gruppi, in comunità, uno accanto all’altro. Oggi questa esperienza può essere replicata solo in casi eccezionali, ad esempio in campeggio intorno a un falò, ma è impensabile in città e in tutti i Paesi sviluppati. La storia filogenetica dell’uomo ricorda che non solo abbiamo sempre dormito in gruppo, ma che soprattutto si dormiva sempre rimanendo in allerta per eventuali pericoli. I gruppi di uomini primitivi durante il sonno venivano confortati dai respiri degli altri appartenenti alla famiglia, dai vagiti dei piccoli, dai rumori del bestiame, dal crepitio del fuoco tenuto acceso per allontanare gli insetti e intimorire i predatori. In questo contesto, dormire come un ciocco non è assolutamente una modalità desiderabile, volendo evitare di rotolarsi nel fuoco o di essere approcciati da un animale carnivoro.
Dormire senza elettricità
L’elettricità e le luci a gas si sono diffuse in Europa solo da un secolo e mezzo, ma in molte culture le persone tendono a concedersi più sonnellini e ad avere aspettative meno rigide sul dormire ininterrottamente per tutta la notte. Alcune prove indicano che in èra preindustriale anche in Europa non era raro che le persone prendessero sonno in prima serata per poi svegliarsi più tardi nella notte per un po’, prima di tornare a uno stato di sonno profondo. Quella che nei tempi moderni sarebbe chiamata insonnia, in realtà poteva effettivamente essere più normale una volta, in assenza di elettricità – quindi senza sveglie, né luci artificiali, né orari d’ufficio da rispettare.
È solo di recente che l’elettricità, case più grandi, materassi a molle e anallergici e interni climatizzati hanno modificato i nostri ambienti di sonno. Questo rapido cambiamento porta a chiedersi se le moderne pratiche di sonno possono essere responsabili di problemi cronici come l’insonnia, apnea del sonno e l’ansia dei genitori sui cicli di sonno di un neonato.
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