1985 Un geografo dell’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia, Atsumu Ohmura, sta compiendo i suoi studi sulle radiazioni solari nell’atmosfera. Misura i livelli della luce del sole in Europa. Era troppo scuro. Confrontati alle misure registrate dai suoi predecessori negli anni ’60, i risultati di Ohmura suggeriscono che il livello della radiazione solare sulla superficie della Terra è diminuita di oltre il 10% in trent’anni. Il sole sta scomparendo? 1989 Ohmura pubblica i risultati delle sue ricerche. Il mondo scientifico non si scuote. “Sono state ignorate”, si rammarica lo scienziato. I dati mostrano che nei passati 50 anni la luce del sole che mediamente raggiunge la terra scende del 3% ogni 10 anni. Un effetto troppo lieve per essere notato a vista d’occhio, ma che ha implicazioni devastanti su tutto ciò che attiene al sole, al clima, alla fotosintesi delle piante. Alla vita. 1992 Gerald Stanhill del Ministero dell’Agricoltura di Israele nota un “oscuramento” simile sul territorio israeliano. “Non potevo crederci” ricorda Stanhill. “Pensavo ci fossero difetti negli apparecchi.” Stanhill, che ora è in pensione e vive a New York, ha poi svolto misurazioni in diverse aree. Oscuramento ovunque. In una dozzina di articoli pubblicati a partire dal 1992 scende nei dettagli, descrivendo il fenomeno in Israele, poi in Australia, Hong Kong, Irlanda, nell’Artico e in Antartide. Anch’egli ignorato. 1999 Il più vasto sistema di misurazione dell’Oceano Indiano mai condotto, l’Indian Ocean Experiment, coordinato da Veerabhadran Ramanathan e dal premio Nobel P.J. Crutzen, porta alla scoperta di una diffusa “Nuvola marrone asiatica”. Ha una “forza sorprendente” nel respingere le radiazioni solari. “Credevo di essere troppo anziano per rimanere sorpreso da qualcosa”, dichiara il dottor Ramanathan. L’ONU lancia un progetto di studi mondiale sull’impatto di questa coltre nera sulla Terra. 2001 Qualcosa comincia a cambiare. Stanhill e il suo collega Shabtai Cohen del Centro Vulcanologico di Bet Dagan, in Israele, raccolgono tutte le evidenze scientifiche e le prove: in media, la radiazione solare che raggiunge la superficie della Terra è scesa tra lo 0.23 e lo 0.32% ogni anno dal 1958 al 1992. Gerald Stanhill conia il termine “global dimming”, effetto buio globale. 2002 “E’ incredibile che nessuno di quelli che si occupano dei cambiamenti climatici mondiali ci abbia mai pensato” dichiara Graham Farquhar, scienziato climatologo dell’Australian National University di Canberra. L’articolo pubblicato da Stanhill e Cohen suscita l’interesse di Farquhar che avvia una ricerca. Ne parla con un esperto mondiale del clima (il cui nome è riluttante a rivelare): “E’ una cazzata, Graham. Se davvero fosse così, saremmo tutti morti congelati.” Ma Farquhar intuisce che l'”effetto buio” potrebbe essere il pezzo mancante di un puzzle che da assilla gli studiosi del clima. La Terra si sta riscaldando: ci si aspetterebbe anche l’aumento del tasso di evaporazione dell’acqua, dell’umidità. Che invece diminuisce. Studio dopo studio, i dati dicono che il tasso di evaporazione scende. Quando Farquhar compara i dati dell’evaporazione con quelli dell’effetto buio, scopre che coincidono perfettamente. Mentre l’articolo di Stanhill e Cohen è stato pubblicato nel 2001 su un giornale di agricoltura relativamente piccolo, lo studio di Farquhar e del collega Michael Roderick con la soluzione dell'”evaporation paradox” appare sul prestigiosissimo “Science”. Dopo 20 anni da quando è stato notato per la prima volta, l'”effetto buio” fa la sua irruzione nel mondo scientifico. 2004, gennaio Anche secondo la NASA, spunta un nuovo colpevole per l’effetto serra… 2004, gennaio Anche secondo la NASA, spunta un nuovo colpevole per l’effetto serra… La fuliggine. Contribuirebbe al riscaldamento del pianeta per circa il 25%. Ma finora non era mai stata presa in considerazione come possibile causa del fenomeno. La presenza di fuliggine aumenta l’assorbimento, provocando di rimando un innalzamento della temperatura. Le conseguenze: un anticipo di primavera nell’emisfero artico e un maggiore scioglimento della calotta. Usando un modello climatico numerico e i dati rilevati da 46 stazioni meteorologiche in Cina, i ricercatori della NASA hanno condotto delle simulazioni per studiare gli effetti di questa nuvola scura anche sul ciclo delle acque. 2004, febbraio Un corpo nuvoloso d’inquinamento, finora identificato sui cieli dell’Asia, minaccia ora di estendersi nel Medio Oriente, rendendo più secco il clima di tutta la terra. Lo afferma Veerabhadran Ramanathan, noto studioso di climatologia presso l’Istituto di Oceanografia Scripps nell’Università della California, in margine a una conferenza sull’inquinamento a Dubai, il 24 febbraio. Secondo lo scienziato vi sono prove indicanti che tutta la regione del Golfo Persico viene ormai risucchiata in un circuito globale d’inquinamento. Ramanathan ha affermato che il circuito atmosferico mondiale di inquinamento a è alimentato soprattutto dagli inurbamenti di Los Angeles, New Delhi, Bombay, Pechino ed il Cairo. Lo scienziato ha poi aggiunto che finora nessuna ricerca è stata effettuata sull’impatto ecologico delle raffinerie situate lungo le coste del Golfo Persico. maggio 2004 Tra pochi decenni potremmo essere in un futuro buio, più nuvoloso, con meno piogge, deserto ai Tropici. Ma già tra qualche anno potremmo soffrire i primi problemi su scala planetaria, legati all’agricoltura e al cibo. Magari già li soffriamo, ma non ce ne accorgiamo. Perché è come avere una belva seduta accanto a noi senza accorgercene, come ha dichiarato Veerabhadran Ramanathan, docente di clima e scienze atmosferiche all’Università di California a San Diego, coordinatore di una nuova ricerca internazionale sfociata in questi risultati: il mondo si sta oscurando. La ricerca, anticipata in prima pagina dal New York Times, è stata condotta sui dati di centinaia di rilevatori installati in tutto il mondo e di rilevazioni satellitari, e viene presentata a una conferenza a Montreal. “Global dimming” e “global warming”. Due effetti. Una causa: le nostre emissioni inquinanti in atmosfera.