“La felicità non costa niente”. Così recitava un film di Mimmo Calopresti. Per certi versi questa affermazione contiene un fondo di verità: la felicità non si compra, non è una proprietà di un oggetto o di qualcun altro, ma è qualcosa che può sorgere dentro di noi e a partire da noi, anche se le circostanze possono esercitare la loro influenza. “Chiedimi se sono felice” esortava uno dei protagonisti dell’omonimo film. Eppure, nel senso comune è condivisa l’idea che si cessa di essere felici nel momento in cui ci si chiede se lo si é. La felicità, spesso, viene colta per contrasto: a volte, ci rendiamo conto di essere stati felici nel momento in cui non lo siamo più. Eppure, si può cambiare: è possibile coltivare la propria felicità, diventare più ottimisti e dare maggiore spazio alle emozioni positive. Queste sono alcune tra le convinzioni di base che la psicologia positiva, di cui Martin Seligman è uno dei fondatori, porta avanti. Ogni individuo possiede una serie di “potenzialità e virtù“, come il professore le definisce, che se coltivate, valorizzate, messe in atto, possono dare un senso alla propria vita, rendere soddisfatti e permettere a chi le esercita di diventare un modello anche per le altre persone e migliorare l’intera società. Una buona società, che si regge su valori collettivi, sullo spirito di collaborazione, sull’altruismo e sul volontariato, nasce da persone soddisfatte, motivate e realizzate in grado di trasmettere tutto ciò anche ad altri, senza sentirsi private di alcunché, ma profondamente appagate e felici. Molto spesso la nostra esistenza quotidiana viene letta con un filtro eccessivamente pessimistico… Molto spesso la nostra esistenza quotidiana viene letta con un filtro eccessivamente pessimistico: si ingigantiscono le piccole difficoltà, ci si attribuisce la colpa, anche quando sono il frutto delle circostanze, e si pensa che tutto ciò sia persistente nel tempo. Questo atteggiamento, alla lunga, minaccia la propria autostima, fa perdere fiducia nelle proprie capacità e predispone all’inattività, nella convinzione che qualsiasi cosa si possa fare è inutile, tanto non cambierà a. Le numerose ricerche (oltre 4.000), racchiuse nel Database Mondiale della Felicità, hanno fornito un riscontro scientifico alla convinzione comune che essere felici e, in generale, vivere emozioni positive fa bene alla salute fisica e psichica. Ad esempio vivere emozioni positive: * rafforza il sistema immunitario e permette di resistere meglio alle malattie e allo stress; * rende più propensi a curare attivamente la propria salute, ad esempio, sottoponendosi a visite mediche regolari, controllando il regime alimentare, il peso corporeo e svolgendo attività fisica; * favorisce le relazioni sociali, la collaborazione, la disponibilità e la dedizione verso gli altri; * consente di ottenere migliori risultati nello studio e nel lavoro, perché favorisce la creatività, la concentrazione, la responsabilità, l’intraprendenza e lo spirito di collaborazione; * contribuisce a dare un senso alla propria vita e facilita il sorgere di un senso di realizzazione personale e di soddisfazione. A questo punto, si instaura un circolo virtuoso tra i fattori che costituiscono le cause e gli effetti delle emozioni positive, che si autoalimenta e che ci fa sentire sempre meglio a livello fisico e psichico. Essere più felici, vivere più emozioni positive è possibile: con un po’ di impegno e di tempo i risultati non tarderanno ad arrivare. Anna Fata Letture consigliate: Seligman M., La costruzione della felicità, Sperling & Kupfer, Milano, 2003. Seligman M., Imparare l’ottimismo, Giunti, Firenze, 1996.