Il futuro viaggia sull’acqua . 30.000. Sono i chilometri di canali navigabili presenti in Europa, sfruttati, a scopo commerciale, solo per il 6-7%, mentre la maggior parte degli scambi (il 74%), sul mercato europeo, avviene ancora tramite il trasporto su gomma. Con conseguenze devastanti sul piano ambientale, visto che il settore degli autotrasporti genera un alto quantitativo di CO2, responsabile dell?aumento dell?effetto serra che incrementa il riscaldamento globale. Il progetto NAIADES (Navigation And Inland Waterway Action and Development in Europe) è nato da considerazioni di carattere ambientale ed economico proprio per incrementare l?utilizzo della rete fluviale europea, in particolare per i trasporti a corto raggio, che attualmente costituisce una valida alternativa al trasporto su gomma solo nei Paesi del nord del continente, come Belgio, Olanda, Lussemburgo, Austria, Germania e Francia. L?iniziativa (firmata UE), che prevede il potenziamento delle vie d?acqua tramite l?ammodernamento delle vecchie infrastrutture, dovrebbe da un lato garantire maggiore efficienza nei trasporti tra gli stati membri, dall?altro diminuire la concentrazione di CO2 in atmosfera. Nel NAIADES sono contemplate anche misure di ammodernamento delle imbarcazioni, criteri più rigidi per i carburanti, in modo da ridurre le emissioni inquinanti, assieme ad una serie di azioni mirate da effettuare per decongestionare il traffico su strada, che secondo le stime dovrebbe aumentare di più di un terzo entro il 2015. E in Italia? Per il momento il nostro Paese sfrutta solo lo 0,1% del proprio potenziale, a rappresentare, insieme al Regno Unito, il fanalino di coda dell?Europa. Ce la facciamo a non arrivare sempre ultimi? Chiara Boracchi