Il gioko. Un computer in mezzo al cerchio decide che cosa devono fare i concorrenti. Non si tratta di sfide intellettuali, di un gioco basato sulla fortuna. No, qui si gioca col proprio corpo. Su sette cartelle sono caricate immagini di scene pornografiche che a turno il giocatore designato deve ripetere davanti al gruppo. Al gioko tutto sembra facile: ?non chiederai niente e non avrai un rifiuto?. Una volta alla settimana alcuni ragazzi di un liceo di Milano, alle soglie della maturità, si riuniscono per giocare davanti al computer-guida. Una formazione sentimentale che avviene nella maniera più svilente. Nessuna carezza, nessun bacio rassicurante, nessuna coccola, nessuna parola. L?odore dell?altro non ha importanza. Nessuno scoprirsi a poco a poco. Nessun brivido sulla schiena per quel bacio nuovo. No, qui si gioca con il corpo. Si dimostra di valere, di non aver paura, di essere parte del gruppo. Si compie meccanicamente ciò che il computer comanda e automaticamente (non a caso) si è parte del gruppo, si è grandi. Matteo Fontana affronta in questo suo romanzo d?esordio il tema della ?diseducazione sentimentale? giovanile. Leggiamo sempre più spesso di atti di bullismo, di ragazzini che credono che essere grandi maltrattando gli altri e se stessi. E? un libro forte, scritto con un linguaggio senza dubbio credibile, immediato, che ricalca l?andatura del linguaggio giovanile, spesso volgare (la parolaccia è un must, unisce, fa gruppo), semplice e veloce. C?è coraggio nello stile, schiettezza e crudezza sono conciliati in una struttura narrativa forte, con un bel plot avvincente ed emozionante. E? un libro che non lascia indifferenti. E se pensate che sia esagerato per i toni eccessivi, aprite qualsiasi giornale o fate visita nelle scuole e capirete che la realtà spesso può superare la fantasia. ?Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti?. Silvia Passini