Il 28 novembre scorso i Pearl Jam hanno chiuso il tour in Centro e Sud America, partito il 4 novembre 2015 e caratterizzato dalle cover proposte durante le nove serate: da Comfortably numb dei Pink Floyd a Imagine di John Lennon fino agli U2. Ma la band di Seattle lascia il segno in
A chi è dedicata Jeremy, una delle hit dei Pearl Jam
Jeremy, una della canzoni più famose dei Pearl Jam, è ispirata alla storia vera di un ragazzo che si è tolto la vita perché stanco dei continui atti di bullismo che subiva a scuola.
Anno 1991 – Jeremy Wade Delle, è uno studente della Richardson High School del Texas.
È stufo delle angherie che i suo compagni gli infliggono quotidianamente. È pronto a un gesto estremo. Un giorno, dopo aver detto alla sua insegnante, “Signora, ora farò quello per cui sono venuto qui”, si uccide sparandosi in bocca con una 357 Magnum davanti alla porta della sua classe. Eddie Vedder legge la notizia su un giornale: è racchiusa in un trafiletto. Il cantante resta basito: una tragedia del genere relegata in poche righe: “Quel gesto ha rappresentato la vendetta di Jeremy”, commenta Vedder che però aggiunge “la vendetta più efficace è vivere”.
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Quella storia ricorda a Eddie un altro studente, con cui aveva litigato parecchi anni prima e che aveva esploso un colpo di arma da fuoco a scuola. E così decide di scrivere una canzone che è un urlo disperato contro quell’America che fornisce ai propri figli mezzi per uccidere e uccidersi anziché fortificarne la volontà. La drammaticità del testo del brano, nel quale Vedder non si limita al ruolo di narratore ma esprime le proprie emozioni, è enfatizzata dalle chitarre graffianti di Stone Gossard e Mike McCready. Anche se è il basso di Jeff Ament (uno strumento speciale della Hamer a 12 corde) a dare profonda solidità all’intera struttura di Jeremy.
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