di Francesco Aleo Come nella maggioranza delle discipline orientali, il tipo di respirazione praticata nell’Aikidò è ventrale, nel senso che a muoversi è soprattutto il ventre e non il torace come spesso accade nella cultura occidentale. Nella fase d’inspirazione, in cui si prende aria, il ventre si gonfia e in quella d’espirazione tende a ritornare in posizione di riposo. Il movimento prodotto durante la respirazione diaframmatica è chiamato kokkyu © Ingimage Educare alla respirazione kokkyu La respirazione diaframmatica ci insegna come superare l’ansia, per questo l’aikido dà molta importanza a questo aspetto che chiama Kokkyu, tanto che esistono proiezioni che si eseguono nel tempo di una respirazione (Kokkyu nage) limitandosi a creare il vuoto davanti a chi attacca. Un elemento importante è dato dalla tempistica della respirazione che è basata sull’idea che la fase d’inspirazione sia il momento di maggior debolezza, mentre il culmine dell’espirazione rappresenta la massima forza e resistenza. Da qui l’idea che l’inspirazione deve essere rapida, eseguita per via nasale allargando bene le narici e senza produrre un suono percepibile all’avversario. Al contrario il prolungamento della fase espiratoria è positiva e spesso accompagnata da suoni (Kiai) che facilitano il completo svuotamento polmonare e conferiscono potenza e dinamismo all’azione, oltre ad avere altre funzioni come quella di intimidire l’avversario. Respirare con il diaframma aiuta a rendere l’azione contro l’avversario più energica © Ingimage I vantaggi di una respirazione diaframmatica È evidente che le cadute, a cui si è spesso costretti praticando l’Aikido, vanno sempre affrontate in fase di espirazione, mentre le tecniche iniziano con l’ispirazione e si concludono con l’espirazione completa dell’aria. Questi concetti vengono applicati a tutti gli esercizi di Aikitasio e alle varie tecniche di Aikido, per cui il movimento di oscillazione di Ikkio Undo o Torifunè, ad esempio, va integrato con una corretta pratica respiratoria che altrimenti rischia di rendere inutile se non controproducente la pratica degli esercizi.