Stazione Garibaldi di Milano, piano interrato. Alla Cooperativa Chico Mendes di Altromercato gli aperitivi si chiamano critical drink e si assiste a incontri con persone che parlano di alternative per costruire un mondo migliore. Francesco Gesualdi ne è un esempio. Fondatore e coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, ha spiegato in cosa consiste il suo programma per un’economia della sazietà nel nuovo saggio “L’altra via. Dalla crescita alla società del benvivere” pubblicato per AltraEconomia. La necessità di trovare una soluzione è evidente: crisi, tracollo, inquinamento del pianeta, fallimenti bancari, esaurimento delle risorse. Gesualdi propone di rallentare, invece di inseguire il mito della crescita e della ricchezza. Il “di più” non è per forza “meglio”, come alla quantità non corrisponde la qualità. «Bisogna intanto recuperare il senso di sazietà: il troppo fa male – ci spiega Gesualdi – se rientriamo nell’ordine di idee di non essere più consumistici, secondo la logica pubblicitaria, noi recuperiamo la libertà, il gusto di essere persone che decidono». Ecco i punti chiave. Sobrietà: da non confondere con rinuncia, è invece sinonimo di intelligenza, responsabilità e libertà. Essere sobri significa fare acquisti senza i condizionamenti della pubblicità, usare la bici al posto dell’auto, privilegiare l’usato, riparare le proprie cose invece di correre a comprare un prodotto nuovo di zecca. Benvivere: invece di “benessere”. È un termine che usano i Popoli dell’America Latina. Prende in considerazione la vita, non l’individuo. Quindi i diritti, la qualità della vita e dell’ambiente. Dimensioni da recuperare, perché dalle nostre parti “benessere” è diventato sinonimo di “beneavere”, una storpiatura dovuta al mercato e all’economia. Sazietà: quando abbiamo mangiato troppo, ci fermiamo. Un comportamento da adottare anche nel quotidiano per garantire un futuro di sostenibilità e sicurezza. Non ci sono più le condizioni per inseguire il mito della crescita perché il Pianeta sta esaurendo le sue risorse e metà della popolazione mondiale non conosce la dignità umana. Valentina Gerig