Ma di fronte alla cronaca dal Tibet, le parole possono essere difficili da scegliere. Il primo impulso è scrivere su tutti i blog, dire “la nostra”, alzare la voce. La rabbia. Il nostro compito, come mass-media, lo dice il termine stesso: mediare. Identificare con scrupolo le fonti di informazione, i temi, le iniziative a cui dar voce, e trovare il modo di comunicarle. Abbiamo scelto di non istigare odio, tensione, violenza. Niente violenza. Abbiamo scelto di ripetere qui una cosa. Che diciamo da quando è nata LifeGate. Le vie diplomatiche degli ambasciatori cinesi convocati dai governi di mezzo mondo, le vie delle manifestazioni e del boicottaggio sono proprie di chi vuole e può usarle. Proponiamo un’altra via, legata all’economia. La nostra scelta. Dobbiamo scegliere ciò che rispetta l’uomo e l’ambiente, scegliamo solo prodotti che rispettano l’uomo e l’ambiente provenienti solo da Paesi che rispettano l’uomo e l’ambiente. “E’ ora di finirla di comprare merci a pochi soldi sentendoci soddisfatti, alternativi, furbi, perché ‘compriamo cose al mercato con pochi soldi, mica borghesi che comprano cose prodotte in Europa’ (dove normalmente si rispettano i lavoratori, dove ci sono norme per la sicurezza sul lavoro e sugli scarichi). Dobbiamo guardare film come China Blue e renderci conto che siamo noi gli ‘sfruttatori’ che alimentano il mercato cinese! Inoltre, se producono sfruttando l’uomo e l’ambiente, producono a costi più bassi dei nostri, poi vengono qui sconvolgendo il nostro mercato, portando via posti di lavoro e in più ammorbandoci l’aria: perché l’inquinamento è un problema globale e ci danneggia ugualmente anche se proviene dalla Cina. Dobbiamo, per il bene dell’umanità, anche dei poveri operai cinesi, comprare solo cose prodotte in Paesi civili, e cioè dove si rispetta l’uomo e l’ambiente. Solo toccando la Cina su questo lato, potremo farla cambiare”. – Marco Roveda Infine, ecco il gesto di una grande istituzione culturale idealmente vicina a LifeGate. Una giornata di preghiera per il Tibet. A cui hanno invitato anche la comunità cinese. “Il Tibet non è solo. Sabato 22 marzo alle ore 15 presso l?Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia (Pisa) gli esuli tibetani in Italia, i sindaci, le autorità, i monaci e le monache, i buddhisti tutti e gli uomini liberi di buona volontà si riuniranno in preghiera, in una manifestazione di interventi perché la fiamma olimpica verso Pechino possa trasformare il grande isolamento del Tibet in una grande vertenza internazionale. Abbiamo scelto, fedeli agli insegnamenti di sua santità il Dalai Lama del Tibet e del nostro caro e prezioso maestro Ghesce Ciampa Ghiatso, non il fuoco di paglia delle esternazioni, ma il più efficace dei metodi, basato sul dialogo e sulla comprensione. Invitiamo i rappresentanti della comunità cinese in Italia ad unirsi a noi. L?Istituto Lama Tzong Khapa insieme alla Comunità Tibetana in Italia, all?Associazione Italia-Tibet e all?Associazione Sangha onlus, promotori dell?iniziativa, combattono da anni contro il genocidio della cultura del Tibet cercando di preservare gli insegnamenti, la pratica e la filosofia che da Buddha Shakyamuni ci è stata tramandata fino ai nostri giorni”. – Istituto Lama Tzong Khapa