Sequestro e distruzione dei raccolti. I passi necessari per far arrivare i trattori a svellere il mais biotech scoperto in Piemonte si stanno facendo. Il primo è del procuratore torinese Raffaele Guariniello, che ha notificato alla regione un provvedimento urgente e ha aperto un fascicolo per frode in commercio e violazione della legge ‘sementiera’ del 1971 (modificata nel 2001 con norme specifiche sugli Ogm) a carico della Pioneer Italia, il cui amministratore delegato è indagato. Ma i contadini che hanno utilizzato le sementi biotech, si sottolinea, sono stati “tratti in inganno” e pertanto non sono punibili. La Coldiretti ha denunciato che le due multinazionali fornitrici delle sementi illegali, Monsanto e Pioneer, stanno facendo contattare i coltivatori uno a uno per convincerli alla disobbedienza, promettendo in cambio assistenza legale. Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, legale che sta curando le azioni di risarcimento per gli agricoltori, ha affermato che “chi parla di possibile tolleranza a proposito della distruzione del mais transgenico istiga a delinquere”. Il fatto è questo. Ai primi di luglio in un sopralluogo dell’Ispettorato centrale controlli e repressione frodi erano stati individuati nella zona di competenza dell’Asl 9 di Ivrea 127 “dosi” di terreno coltivato con mais biotech (ogni dose sono 25 mila semi ovvero una superficie di 3810 metri quadrati). Ai 19 agricoltori viene notificato il provvedimento di sequestro del mais “incriminato”. Intanto, a Chivasso era già stato disposto il sequestro dei terreni di proprietà di altre sei aziende (erano presenti 45 dosi). Le prime avvisaglie di un’emergenza che può colpire gli agricoltori di tutto il Piemonte. “Dopo questo tipo di intervento non possiamo fare altro che attendere la decisione sulla distruzione del raccolto” aveva subito dicharato il direttore sanitario dell’Asl 9 di Ivrea, Francesca Casassa. Renata Magliola, del dipartimento di prevenzione dell’Asl 7 di Chivasso, invece, avviò subito il sequestro dei terreni “contaminati”: “Abbiamo pensato di procedere con estrema urgenza proprio per informare il prima possibile gli agricoltori su quello che stava accadendo. Ma il resto lo dovranno decidere le autorità competenti”. E le autorità decidono. Il mais transgenico scoperto in Piemonte ha le ore contate. “I campi saranno distrutti – ha dichiarato il Direttore regionale della sanità pubblica, Mario Valpreda – stiamo solo attendendo il via libera degli organismi competenti, ma i nostri tecnici sono già al lavoro per l’ordinanza di distruzione. Una volta ricevuto l’ok dai Ministeri delle Politiche Agricole e della Salute il mais sarà distrutto con le trinciatrici, poi si procederà ad arare i campi interessati”. Dura ma necessaria per Greenpeace la decisione del Direttore della Sanità Pubblica piemontese Mario Valpreda di voler procedere alla distruzione di quasi 400 ettari di mais contaminati da OGM in Piemonte, ma l’associazione ambientalista avverte: non basta. “È urgente che i veri responsabili risarciscano gli agricoltori colpiti, e paghino per gli eventuali danni alla biodiversità – è il duro commento di Federica Ferrario, di Greenpeace – Sono urgenti provvedimenti in grado di assicurare che episodi come questo non si ripetano più in futuro. Stiamo nuovamente rischiando un ingresso incontrollato di Ogm nella catena alimentare. È necessario proteggere il territorio italiano, la nostra agricoltura di qualità, gli agricoltori e i consumatori”. “La necessità di procedere quanto prima alla distruzione dei campi contaminati da OGM – ha dichiarato Ivan Verga, dei Verdi Ambiente e Società – diviene tanto più urgente dal momento che, da alcune analisi effettuate sui lotti di sementi che hanno originato l’inquinamento, sembrerebbe addirittura che la contaminazione sia prodotta anche da OGM non identificabili e per ciò potenzialmente ancor più insidiosi”. “Volevamo fare chiarezza – ha concluso Valpreda – e abbiamo ottenuto il risultato. Avevamo ampiamente previsto tutto il polverone che si sta sollevando. La nostra azione sarà utile a tutti, in fatto di Ogm a questo punto possiamo considerarci capofila a livello italiano”.