Il motivo è da ricercare nel fatto che essi hanno un colore indefinito poiché spesso sono ricoperti da sabbia e da terra che utilizzano per proteggersi dal calore del sole. A volte la stessa terra forma una nuvola di polvere al loro passaggio confondendone la forma. Poiché sono grandi come alcune nuvole e i loro barriti non sono molto dissimili dal rumore del tuono, essi vengono spesso associati alla pioggia e ai fulmini. La leggenda racconta che una volta gli elefanti volavano e potevano cambiare di forma proprio come fanno le nuvole. Un giorno un gruppo di elefanti volanti scese a terra rifugiandosi sotto un albero. Lì erano riuniti un saggio e i suoi discepoli. Uno degli elefanti atterrando urtò un ramo dell’albero, che rompendosi precipitò su alcuni discepoli uccidendoli. Il saggio furibondo, maledì gli elefanti condannandoli a errare sulla terra ferma, sempre nella stessa forma. Si pensa quindi che gli elefanti siano nuvole condannate a camminare sulla terra. Un elefante bianco fu l’ultima incarnazione di Buddha, prima che rinascesse come uomo per portare pace e serenità sulla terra. L’elefante bianco apparì in sogno alla regina Maya, madre di Buddha. Esso teneva un fiore di loto bianco nella proboscide d’argento, emise un lungo grido, barrì tre volte e toccò il pavimento con la fronte, poi colpì delicatamente il fianco destro di Maya ed entrò nel suo grembo. In seguito a quel sogno gli astrologi di corte predissero la nascita di un grande profeta. Tutto questo succedeva 2500 anni fa e ancora oggi gli elefanti bianchi sono animali sacri. Oggi sappiamo che gli elefanti sacri non sono bianchi, ma di colore grigio chiaro tendente al rosa, spesso con delle macchie nere simili alle nostre lentiggini sulla fronte.