I governi degli stati dell’Unione europea hanno fallito, venerdì scorso, nel trovare un accordo per vietare tre pesticidi ampiamente diffusi, sospettati di essere linkati al declino delle popolazioni di api. Ma la Commissione europea potrebbe forzarli a una decisione, entro quest’estate, verso un nuovo divieto. Un consistente declino nel numero di api in tutto il mondo da anni fa da propellente alle preoccupazioni riguardo all’uso in agricoltura di alcuni tipi di sostanze, in particolare di neonicotinoidi. Syngenta e Bayer, i maggiori produttori mondiali, affermano che gli effetti nocivi dei loro pesticidi sulle api non sono ancora comprovati, mentre una loro messa al bando causerebbe all’Europa perdite di miliardi di euro in produttività agricola. Oggi vengono spruzzati su 8 milioni di ettari di campi coltivati, su tutto il nostro continente. Europa: governi spaccati Venerdì scorso 13 governi, tra cui il ministro dell’Agricoltura italiano, hanno votato a favore del bando. Nove contro. Gran Bretagna, Germania e altri tre paesi si sono astenuti. “Siamo contenti che gli stati europei abbiano rigettato la vergognosa proposta politica della Commissione – ha dichiarato John Atkin, capo operativo dell’industria farmaceutica Syngenta – restringere l’uso di queste tecnologie vitali per la protezione dei raccolti non farebbe nulla per migliorare la salute delle api”. Molte organizzazioni e diversi scienziati hanno accusato i governi di aver ceduto alle pressioni della lobby agrofarmaceutica La maggioranza degli studi scientifici tuttavia continuano a collegare i neonicotinoidi con la moria di api. “Certo che possono uccidere le api: sono insetticidi. Ciò che non è provato è come questo accada, e se ci siano altri effetti sub-letali” ha affermato Lin Field, biologa chimica del Rothamsted Research centre britannico. “Le prove evidenti che i raccolti trattati con agrofarmaci danneggiano significativamente le api ci sono, i politici hanno scelto di ignorarle – accusa invece David Goulson, docente di scienze biologiche all’università di Stirling, in Scozia – probabilmente perché influenzati dall’immotivato spauracchio di vaste perdite economiche per l’agricoltura”. Secondo uno studio finanziato da Syngenta e Bayer vietare l’uso dei pesticidi da loro commercializzati causerebbe una diminuzione delle esportazioni di grano del 16 per cento e un aumento del 57 per cento delle importazioni di mais, con costi per l’Europa di 4,5 miliardi di euro all’anno. L’organizzazione Avaaz ha invece raccolto 2,5 milioni di firme sulla petizione europea contro i pesticidi, ma secondo il responsabile della campana Ian Keith “Germania e Gran Bretagna hanno ceduto alle lobby e non hanno ascoltato l’opinione pubblica”. Il forcing della Commissione europea Secondo le norme comunitarie, gli Stati membri hanno ora due mesi per arrivare a un compromesso, oppure la Commissione Europea sarà libera di adottare le misure di divieto proposte. E, secondo fonti ufficiali, imporre la messa al bando dei pesticidi è una delle opzioni. Ma prima, si vuole riflettere sulla via migliore, politicamente, per raggiungere l’obiettivo. Che la Commissione Europea vuole comunque perseguire, dato che ha già comunque posto restrizioni all’uso di questi veleni e che l’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha stabilito che i neonicotinoidi pongono acuti rischi alla salute delle api. L’idea è vietare, dal 1 luglio 2013, i neonicotinoidi su tutti i raccolti tranne i cereali invernali (non attraenti per le api) per due anni, per poi procedere a una review. Usa: causa legale contro l’Epa Quattro aziende produttrici di miele e cinque organizzazioni ambientaliste e per la salute pubblica hanno deciso il 22 marzo di citare in giudizio l’Epa, l’agenzia americana per l’ambiente, riguardo all’autorizzazione all’uso dei pesticidi neonicotinoidi. L’Epa è stata citata in giudizio presso la Corte distrettuale del Nord California. La richiesta è l’immediata sospensione dei pesticidi clothianidin e thiamethoxam. Il loro uso è stato introdotto a metà degli anni 2000 e da allora s’è notato in tutto il paese una diminuzione sia del numero delle api sia della loro laboriosità. Secondo l’avvocato del Center for Food Safety Peter Jenkins “Apicoltori, ambientalisti e consumatori hanno più volte rivolto appelli all’Epa, senza ottenere risposta. Quindi siamo obbligati a fargli causa”. Secondo i querelanti ci sono anche prove di diverse violazioni commesse dagli ufficiali Epa durante le procedure di approvazione dei due pesticidi neonicotinoidi.