LifeGate Radio alla corte di re Mauro Pagani Da spirito anarchico qual è non sarà d’accordo Mauro Pagani quando leggerà il titolo di quest’intervista, ma LifeGate Radio è orgogliosa di avere ai propri microfoni uno dei più grandi musicisti italiani. BIOGRAFIA Polistrumentista virtuoso Pagani esordisce professionalmente nel 1970, prima con i Quelli e poi con la PFM, con cui resta fino al 1977, contribuendo a costruire la leggenda del gruppo di rock progressivo più celebre d’Italia, con quattro tour negli Stati Uniti, cinque inglesi, altrettanti nel resto d’Europa e uno in Giappone, oltre la pubblicazione di 4 LP. Dopo un periodo tanto intenso Pagani ha bisogno di fermarsi, riposarsi, e rimettersi a studiare. In anticipo di anni sui colleghi inglesi e americani si dedica allo studio della musica del mondo, esplorando le sonorità balcaniche e mediterranee, greche e turche in particolare. Nel 1979 realizza il suo primo album da solista, intitolato “Mauro Pagani”, cui partecipano come ospiti gli Area, il Canzoniere del Lazio, Teresa de Sio e molti altri. Nel 1980 partecipa al progetto “Carnascialia”, legato alla ricerca musicale sulla musica popolare italiana. Nel 1981 inizia la collaborazione con Fabrizio De Andrè, di cui sarà produttore e arrangiatore per dieci anni. Insieme scrivono il capolavoro Creuza De Mä (1984); il primo disco di world music mai realizzato in Italia, giudicato miglior album italiano degli anni Ottanta e indicato da David Byrne tra i dieci dischi più importanti del decennio in tutto il mondo. Nel frattempo Pagani è diventato anche autore di diverse colonne sonore, in particolare per Gabriele Salvatores (“Puerto Escondido” e “Nirvana”) fra gli altri). Nel 1991 esce il suo secondo album da solista: “Passa la Bellezza”, premio Tenco. Nel 1998 rileva gli Studi Regson di Milano, che vengono ristrutturati e ribattezzati Officine Meccaniche, dai quali trasmettiamo il programma World Gate. Nel 2000 assume per la prima volta l’incarico di direttore artistico dell’Estate Fiorentina, incarico che tuttora ricopre. Organizza inoltre eventi e grandi concerti nella manifestazione chiamata la “Città Aromatica” a Siena. Nel 2003 ha vinto il premio “miglior produttore” agli Italian Music Awards. Lo stesso anno vede l’uscita del suo terzo album “Domani” e l’impegno al fianco di Luciano Ligabue per una serie di concerti in teatro del rocker emiliano. Nel 2004 alle Officine Meccaniche viene registrato l’album “La Spina”, di Folco Orselli, disco pubblicato dall’etichetta LifeGate Music. Dopo qualche mese Pagani fa uscire Creuza De Mä 2004, rivisitazione del disco firmato con De Andrè a distanza di vent’anni. Ulteriori approfondimenti su: www.mauropagani.com www.officinemeccaniche.biz INTERVISTA È la tua prima esperienza radiofonica? No, a metà degli anni Settanta cominciai quando Mario Luzzatto Fegiz decise di mettere su una radio, Radio Milano Centrale, la fece dalla mansarda di casa sua, all’ottavo piano. Per farlo chiamò alcuni amici, ricordo che c’era anche Finardi. Io di solito trasmettevo di notte, portavo i dischi rock che avevo a casa e chiacchieravo. Quella radio poi divenne Radio Popolare, che ancora esiste. Vedo che parli con affetto di quell’esperienza radiofonica! Certo, mi sono sempre divertito molto! E poi come si sarà notato mi piace parlare! Inoltre allora la radio era un mezzo pieno di speranze; nessuno avrebbe immaginato che sarebbe finita così, con le radio che fanno di tutto meno che fare quel tipo di radio lì, che avevamo in mente allora. Secondo te si riesce ancora a fare “cultura musicale” attraverso la radio? Se il destinatario di ciò che dici è l’ascoltatore allora tutto è sano. Se invece, come nel caso delle radio commerciali, l’obiettivo è il portafoglio dell’inserzionista le prospettive cambiano. Se la radio è costruita solo per far costare di più gli spazi pubblicitari al suo interno capisci che la logica è tutta un’altra. Io non sarei capace di fare una radio così. Se devo trovare uno spazio per me, mi piace farlo in una radio dove quello che dico sia costruito intorno all’idea di far quattro chiacchiere, commentare, provare a raccontare quello che ti è capitato, cercare magari di far riflettere un po’. Mi piace essere in una radio dove quello che dico… ha un posto. Ti riascolti mai in onda? No, non posso. Io non riesco mai a riascoltarmi, neanche nei concerti. Sono un po’ primitivo in questo. Credo che il concerto sia qualcosa di magico: tu arrivi e l’aria è ferma, poi spegni le luci e l’aria comincia a muoversi, e inizi a creare una serie di piccole illusioni, è come se facessi una specie di film, di racconto per immagini sonore. Finisce il concerto, si ferma l’aria e la magia è finita. Quello che ti devi ricordare sono le emozioni che hai provato, le frasi che ti hanno colpito. Non mi piace portarmi a casa il dvd, mi piace che sia finito e basta. Se mi riascolto inizio a sentire tutto quello che non mi piace, che avrei potuto dire meglio. E poi, come a molti, non mi piace il suono della mia voce, quando canto mi ci sono abituato ma quando parlo no. Quindi non riesco a riascoltarmi… peggio per voi! Quello che arriva arriva.