Capita più o meno a tutti di parlare con se stessi. Quando si è arrabbiati, quando si è preoccupati, ma anche quando si è felici, per confessarsi quel benessere, per esorcizzarlo e rendersi conto che è vero. Ci si chiama anche per nome, mentalmente, ma anche ad alta voce. Anche Caterina parla con se stessa: non con quella di adesso, del presente, ma con quella del passato. Caterina donna riesce a parlare con Caterina bambina. Nel 1981 suo padre, Lucio Astengo, scomparve nel nulla dopo l’uccisione per mano di due brigatisti del suo amico e collega, il Professor Mario Tessandori. Nel 2011 Caterina e Barbara, le figlie di Lucio, che erano bambine quando il padre sparì, decidono di mettere in vendita la casa al mare della famiglia. Entrando in quel luogo pieno di ricordi Caterina – interpretata da Margherita Buy – solleva la cornetta del telefono, ormai staccato da tempo e scopre che dà segnale libero, prova a fare dei numeri, ma rimane muto. Poi così, per gioco, compone il numero della casa di Roma in cui abitavano ai tempi. Ora il segnale è libero e risponde una bambina. È lei, trent’anni prima. Il film “La scoperta dell’alba” è tratto dall’omonimo romanzo di Walter Veltroni (Rizzoli, 2006), riadattato e reinterpretato dalla regista Susanna Nicchiarelli. C’è la distanza, temporale e fisica. C’è la seconda occasione, quella che spesso vorremmo, per tornare indietro, non tanto per risolvere, ma almeno per cercare di capire l’evoluzione degli eventi. Forse per Caterina si tratta solo di guarire una situazione dolorosa e non affrontata, protratta nel tempo: lo fa, al telefono, con le sue parole che vibrano nell’aria, come dice il testo della canzone dei Subsonica, scritta ad hoc per il film “un viaggio in fondo al tempo nell’aria, guariremo il tempo con l’aria”. E restando in tema musicale, tra i partner del film c’è anche LifeGate Radio: state pronti a vedere una piccola sorpresa. Dove? Tra note, palchi e canzoni, ovviamente.