La notizia, dai contorni ancora incerti, rimbalzava tra le varie agenzie di stampa già dalla sera del venerdì. Diverse sono le ipotesi che possono essere avanzate circa le modalità con cui è avvenuto il nefasto episodio anche se, per ora, le fonti ufficiali del reame parlano di un raptus di follia omicida del giovane principe ereditario Dipendra, 30, che avrebbe ucciso e si sarebbe sparato per amore della sua promessa sposa. Le indagini proseguono mentre viene accertata ufficialmente la morte del giovane principe, il quale, tuttavia, era stato eletto comunque Re, dovendo il parlamento applicare in ogni caso la costituzione. Gyanendra, fratello minore del re Birendra ed unico assente durante la sparatoria, è stato ora eletto Re dopo il breve periodo di reggenza durante lo stato comatoso del principe ereditario. Diversi dunque i possibili scenari che si prospettano per il futuro dei cittadini nepalesi. Le fonti ufficiali vicine al primo ministro e quelle militari sono state le prime a parlare della sparatoria del palazzo reale di Narayanhiti, fornendo la versione poi riportata da tutti i principali quotidiani del paese, a partire dall’indipendente Katmandu Post. Non sono da escludersi tuttavia, le inevitabili ipotesi populiste, che immaginano come mandanti della strage, gli ambienti vicini allo stesso primo ministro, da lungo tempo sotto stretta osservazione della magistratura nepalese per alcuni affari compiuti in maniera poco chiara, né quelle che focalizzano la propria attenzione sui nuclei rivoluzionari maoisti che da circa un decennio lottano per l’instaurazione di una forma di governo repubblicana, usando spesso e volentieri forme di lotta tipicamente terroristiche. Non si può scartare nemmeno l’ipotesi di un eventuale coinvolgimento del nuovo Re, la persona che, ad ora, risulta essere l’unico “beneficiario” materiale dell’accaduto, così come non si può escludere a priori che tale tragedia sia effettivamente il risultato di un’azione pazza ed incosciente del giovane principe, un parricidio degno dei periodi medievali più bui. A Katmandu, intanto, la gente incredula è scesa in strada per riuscire a cogliere qualche dettaglio in più rispetto a ciò che legge sui giornali mentre, per disposizioni giunte dalle alte sfere, i negozi restano, per una giornata, con le serrande abbassate. Le indagini continuano, fomentando le ipotesi più disparate. Nanni Fontana