Ci sono delle differenze culturali fra gli americani e noi… Ad esempio, in America i mariti tradiscono la moglie in modo cosiddetto “compulsivo”. In Italia la tradiscono “e basta”, al limite “molto”. In Italia, come negli Stati Uniti, hai buone chance di farti massacrare dalla moglie. Ma qui si esauriscono le similitudini. Perché negli Stati Uniti, se sei “uno di loro”, vieni chiamato “sex addict”, e anche se l’addiction (la dipendenza da assuefazione) sembra delle più piacevoli, ti ritrovi a spendere un sacco di soldi per farti curare in una clinica specializzata. In Italia invece il sex addict si chiama “latin lover”, e nessuno penserebbe mai a farsi ricoverare per guarire, si fa per dire, da questo gradevole disturbo. Negli Stati Uniti invece, il fedifrago si tuffa nella terapia di gruppo, come un alcolizzato o un drogato, per uscire da quello che lì definiscono come un inferno. Un inferno? Davvero sembra che in Italia ci sfugga qualcosa. E mentre in America i maschi dichiarano pubblicamente che si fanno ricoverare per ridurre i loro stimoli incontrollabili, in Italia in pubblico dichiarano le doti del tombeur de femmes. Di tombeurs de femmes anche negli Stati Uniti ce ne sono stati tanti, una volta. Ma… pensate che a un Kennedy sia mai passato per la testa di entrare in qualche clinica per farsi passare la voglia di Marylin Monroe? Ma dai… In fondo questa della sexual addiction non è forse solo una bella scusa dietro la quale si nascondono i Casanova del ventunesimo secolo? Un nuovo trend per giustificarsi per un comportamento che infrange le regole sociali? In questi giorni l’attesa è quasi spasmodica: ce la farà Tiger Woods? Uscirà o no della sua addiction? L’unica cosa che si sa è che ha pagato 60.000 euro per sei settimane di stretta dieta basata su: castità, yoga, meditazione, arte terapia, consulenza psichiatrica e ovviamente consulenze sulla prevenzione delle recidive… Chissà cosa farebbe un italiano con la stessa somma. Ascolta