U Sonu – La danza nella Calabria Greca – Ettore Castagna “Un popolo mettetegli la catena, spogliatelo, tappategli la bocca… è ancora libero, toglietegli il lavoro, il passaporto, la tavola dove mangia, il letto dove dorme… è ancora ricco. Un popolo diventa povero e servo quando gli rubano la lingua adottata dai padri, è perso per sempre, diventa povero e servo quando le parole non partoriscono parole e si mangiano fra loro. Me ne accorgo ora, mentre accordo la chitarra del dialetto, che perde una corda al giorno.” Ignazio Buttitta Assistere ad una rappresentazione di suonate popolari è sempre toccante ed emozionante. Gli strumenti suonano, e le persone ballano. L’aria di festa ti cattura e difficilmente non si viene coinvolti. La scorsa estate ho assistito a numerosi festival di musica tradizionale sia a Milano che nel sud Italia ed ogni volta vengo travolto dalla trance che questa musica genera. La danza è l’espressione più alta che accompagna questi suonatori, spesso giovanissimi che portano avanti la tradizione dei padri. L’origine della musica tradizionale va ricercata nella necessità di uno strumento di comunicazione che potesse essere più facilmente accettato nell’ambito di una comunità spesso chiusa e ristretta. Si pensi ai canti d’amore della serenata, con i quali era certamente più semplice “dichiararsi” alla donna amata piuttosto che cercare l’occasione per farlo di persona. La musica popolare tende ad essere strettamente legata, in alcuni casi in modo inseparabile, ad almeno due altri aspetti culturali di natura regionale: gli strumenti musicali con cui è eseguita e i balli che la accompagnano. Si pensi al ruolo svolto nelle diverse regioni da strumenti come la zampogna, l’organetto, i fischiotti, lo scacciapensieri, oppure da balli come la tarantella, la pizzica, la tamurriata, o la quadriglia. Se volete sapere qualcosa di più sulla sonata per il ballo vi consiglio il libro “U Sonu – La danza nella Calabria Greca”, scritto dal maestro Ettore Castagna, antropologo ed etnomusicologo. Questo libro indaga con grande sensibilità sulla musica tradizionale della Calabria, in particolare di quella parte d’Aspromonte ancora strettamente influenzata, almeno fino ai primi del novecento, dagli antichi fasti della Magna Grecia. Da qui Calabria Greca, con paesi che per molti secoli hanno conservato la lingua greca o elaborato dialetti di chiara derivazione ellenica. Il libro è accompagnato da un raro documento sonoro: un cd che riporta suonate “a ballu” riprese sul campo, pressoché integrali.