Mentre personaggi come Teilhard de Chardin sono stati ampiamente celebrati, lo scienziato russo Vladimir I. Vernadsky (1863-1945) in Occidente non ha avuto fino a 20 anni fa nessuna notorietà, eppure è stato lui fra i primi a sviluppare un’idea autenticamente olistica di ecologia globale. Questa ignoranza su Vernadsky ha fatto riflettere parecchio scienziati del calibro di Lovelock sulla considerazione che la chiusura verso la scienza ecologica russa è un gap culturale che la cultura olistica deve cercare di colmare. Fortunatamente le recenti preoccupazioni e crisi ambientali hanno risvegliato l’interesse alla ripresa e allo sviluppo dell’opera di questo scienziato. La formazione di Vernadsky, nato a Pietroburgo, spazia dalle scienze naturali a quelle più propriamente riguardanti la Terra: dagli studi di mineralogia gettò le basi della moderna geochimica e dalle sue intuizioni è nata la radiogeologia. Nel 1926, dopo un viaggio in Francia, dove frequentò gli studiosi più avanzati, pubblicò a Leningrado il testo “La biosfera” che però uscì poco tempo dopo i lavori di Teilhard de Chardin che di fatto ha dato l’imprinting alla nascente cultura ecologica occidentale. Focus della ricerca di Vernadsky è l’esistenza di cicli chimici che collegano tutti gli organismi viventi, compresi i microorganismi, il terreno e l’atmosfera. Il nucleo portante, in questo percorso di conoscenza dei meccanismi intimi del pianeta, è che animali, vegetali e atmosfera – attraverso i grandi cicli del carbonio, dell’idrogeno, dell’azoto e dell’ossigeno – formano un immenso unico sistema. Lo scienziato russo morì prima di avere la soddisfazione di vedere riconosciute le conseguenze del suo lavoro sullo sviluppo delle scienze olistiche riguardanti il pianeta. Oggi sia Lynn Margulis che Jim Lovelock riconoscono l’importanza delle intuizioni e del suo lavoro che ha rappresentato la base su cui è stata successivamente elaborata la loro “Ipotesi Gaia”, la teoria che riconosce l’interdipendenza tra le diverse entità componenti la biosfera e considera il pianeta terra un organismo vivente autoregolantesi. Alfonso Orlando