Insieme a Thoreau, R.W.Emerson, Fuller, Alcott e altri poeti-scrittori è considerato uno dei padri fondatori del trascendentalismo, movimento estetico-filosofico che ha avuto origine in America più di un secolo e mezzo fa. Per i trascendentalisti il denominatore comune della loro ricerca interiore è l’isolamento, la solitudine e l?indipendenza, il rapporto diretto con la natura. Condurre una vita semplice e all?aria aperta, vivere con poco, magari coltivando un pezzo di terra per trarne il proprio sostentamento. Anche per Whitman la natura rappresenta la grande sorgente d?ispirazione da cui egli cerca di carpire i messaggi più reconditi, nella ferma convinzione che l’uomo è l’unico soggetto in grado di “toccare” la realtà trascendentale, forma “a priori” di ogni altra realtà. E’ dunque dirompente in Withman la necessità di immedesimazione dell’io nell’altro, vale a dire nel cosmo, negli elementi, nell’anima e quindi in Dio, grazie al quale l’io entra in armonia con l’universo e perviene alla completezza del “sé”. Famosa è la sua unica e ampia raccolta di poesie “Foglie d’erba”, di straordinaria intensità e profondo misticismo, un inno alle possibilità ideali dell’individuo e del mondo, raffinata e intima celebrazione della divinità della natura umana e del miracolo della realtà quotidiana. Ma Whitman, illuminista esuberante ed eccentrico, è stato anche cantore del “sogno americano”, poeta della collettività, del presente e della democrazia. Più che mai attuale, il suo pensiero politico ha ispirato valori e uomini come Gandhi e Martin Luther King. Le sue riflessioni e convinzioni sociali nonchè quelle metafisiche-naturali sono proprie di un uomo moderno eppure così simili a quelle degli antichi greci, dove la compenetrazione tra elementi naturali, l’esaltazione di valori spirituali e degli ideali umani, è piena e consonante. Maurizio Torretti