Il Wi-Fi, acronimo di “Wireless Fidelity” scelto dalla “Wireless Ethernet Compatibility Alliance” per indicare le nuove connessioni aeree, fa riferimento al mondo delle reti locali wireless, alla possibilità di interconnettere tra loro due o più computer senza bisogno di costose cablature. Nato per colmare l’ultimo miglio, quella parte fisica della connessione che entra nei nostri appartamenti, ancora monopolio delle grandi compagnie telefoniche, il Wi-Fi permette di creare una Lan in casa o in ufficio con poca spesa e nessuna distruzione di muri. Grazie a una serie di punti di accesso sparsi sul territorio, sarà possibile collegarsi a Internet in casa, in giardino o seduti a un caffè, in poche parole sempre e comunque. In attesa dell’Umts, il Wi-Fi si è già affacciato negli Stati Uniti e, in pochi mesi, ha spopolato, creando l’aspettativa di “banda larga wireless per tutti”. Per navigare in modalità “senza fili”, basta avere un computer portatile o un palmare dotati di scheda Wi-Fi e una microantenna che dialoga con un punto di accesso principale, solitamente connesso ad alta velocità tramite connessione dedicata o linea telefonica. A Seattle è già operativa una wireless Lan che connette senza fili l’intera città, dando accesso a un WWW veloce ed economico. Alla base del progetto “Seattle Wireless” c’è l’intenzione di tagliare i costi di connessione, eliminando le spese di installazione e le tariffe imposte dalle locali compagnie di telecomunicazione. Unico neo della rivoluzione “senza fili”: le antenne dei punti d’accesso installate dai provider. Queste, nei prossimi anni, copriranno sempre di più i nostri centri urbani, decorando i tetti di case, scuole e uffici. Luca Bernardelli