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Piante e finestre aperte contro l’inquinamento
L’inquinamento atmosferico non avvelena solo l’ambiente esterno. Anche al chiuso si annidano temibili insidie per la salute.
di Andrea Campolonghi
Non si tratta di un virus che intacca la struttura delle nostre case rendendole pericolanti, bensì un insieme di sostanze inquinanti che rendono gli ambienti chiusi, al pari di quelli esterni, ad alto rischio inquinamento. Agli agenti provenienti dall’esterno si sommano infatti il fumo di sigaretta, polvere, residui di combustione di camini, stufe, fornelli, vapori di spray, smacchiatori, insetticidi, pollini, germi e ogni sorta di spore ed elementi invisibili che si attaccano a moquette, tappeti e tende. Questo cocktail di sostanze, altamente dannose per il nostro sistema polmonare, è causa di un aumento, scientificamente provato, delle irritazioni, delle patologie infiammatorie dell’apparato respiratorio e soprattutto di quelle croniche quali asma e predisposizione alle allergie.
Consigli per ridurre l’inquinamento negli ambienti chiusi
Che fare? Seppur poche, ci sono alcune praticabili “vie di salvezza”. In primo luogo occorre alzare il livello di pulizia degli ambienti chiusi rimuovendo in maniera più efficace la polvere, che è terreno fertile per la proliferazione di germi e simili.
Esistono poi in commercio strumenti molto efficaci di depurazione dell’aria. Si tratta di apparecchi di diversa grandezza che, in periodi di tempo limitati, riescono a filtrare e bonificare gli ambienti chiusi, rendendo l’aria meno dannosa per l’organismo. Il sistema filtrante è di solito composto da tre elementi capaci di trattenere dalle impurità più grosse fino al fumo di sigaretta, i pollini e le polveri più fini. Alcuni modelli sono dotati di un dispositivo di ionizzazione capace di riportare l’equilibrio fra particelle positive e negative, la cui alterazione sembra essere causa di mal di testa, insonnia, fatica e vertigini.
Le piante aiutano a diminuire l’inquinamento negli ambienti chiusi
Ma, come spesso accade, la soluzione più semplice è anche la più naturale esistente. Senza ricorrere a strumenti tecnologicamente avanzati basterebbe
ricordarsi che alcune piante sono in grado di eliminare, assorbendoli con il fogliame, dal 50 al 96 per cento degli inquinanti presenti nell’aria. Alcuni esempi: gerbera, dracena, felce, palma e ficus combattono la formaldeide; rafia, filodendri e gigli depurano dai veleni sprigionati dai detersivi mentre il bambù contrasta il benzene. In conclusione, senza dover ricorrere all’aiuto della tecnologia, basterebbe colorare gli spazi chiusi con un po’ di verde per
renderli meno pericolosi e per ridare a ognuno la possibilità di respirare aria sana e pulita.
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