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Scoperto un altro danno della corruzione: uno studio rivela che
La corruzione di un Paese fa aumentare i tassi di ‘fuga dei
cervelli’. Le nazioni caratterizzate da alti livelli di corruzione,
infatti, assistono a una maggiore emigrazione delle menti più
brillanti e dei più qualificati professionisti, verso un
lavoro adeguato e ben retribuito dove la meritocrazia ha la meglio
su “bustarelle” e raccomandazioni.
Lo studio ”The balance of brains – corruption and
migration’
Il dato arriva da un nuovo studio condotto
dall’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, pubblicata su
Embo Reports. L’indagine,
condotta da Andrea Ariu e Mara Pasquamaria Squicciarini, ha
analizzato il rapporto tra percentuali di corruzione e fuga di
cervelli in 123 Paesi dal 1990 al 2000. La corruzione è stata
valutata su una scala da zero a sei, utilizzando l’indice di
corruzione determinato dall’International Country Risk Guide, e
comparata ai modelli di migrazione di lavoratori di età
superiore a 25 anni dotati di un titolo di studio secondario. “I
nostri risultati – hanno spiegato gli autori – confermano che i
livelli di corruzione impattano direttamente sulla
disponibilità di lavoratori competenti e costituiscono un
parametro fondamentale nel determinare la scelta dei professionisti
di emigrare o meno”.
In un Paese corrotto si perdono soldi e
cervelli
Non solo gli appalti costano di più.
Non solo le opere pubbliche vengono piazzate in luoghi dove non
servono.
Non solo i lavori sono sempre più lenti e con materiali di
peggiore qualità.
Non solo l’ambiente e il paesaggio vengono sfregiati più
facilmente.
Non solo il clima civile è avvelenato da sospetti e sfiducia e
non ci si fida più né di un concorso pubblico né di
una gara d’appalto.
Non solo si rinuncia alla meritocrazia, frenando l’intraprendenza e
il mercato del lavoro.
Ma in più, in un Paese corrotto si perdono anche un sacco di
soldi nell’educazione, dato che gli investimenti nell’istruzione
finiscono per beneficiare altri Paesi perché le persone
competenti preferiscono emigrare verso mercati del lavoro più
attraenti.
Gli studiosi parlano di “equilibrio di cervelli” come un fattore da
garantire e necessario per lo sviluppo di ogni nazione, rimarcando
il fatto che la costruzione di un Paese sgombro dalla corruzione
è non solo una questione morale, ma anche economica, in quanto
colpisce il mercato del lavoro e dei migliori professionisti.
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