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Una grande richiesta da parte del pubblico e costi minori nella manutenzione contribuiscono alla realizzazione del progetto Schafbruhl.
L’interesse per la sperimentazione, diffusa allora nella
società, ha suggerito ad un imprenditore attento alle
problematiche ambientali di offrire edifici bioecologici
plurifamiliari. L’imprenditore menzionato è la
Società “Karlsruhe” che opera anche nel campo immobiliare.
Poichè non prevedeva grossi rischi nell’affrontare questa
nuova iniziativa, ha commissionato la progettazione di un
insediamento residenziale bioecologico al gruppo di architetti
ELBE, HAEFLE, OED, SAMBETH e HARMS, quest’ultimo paesaggista.
Due considerazioni erano fondamentali per la realizzazione del
complesso abitativo “Schafbruhl”.
a) Esperienze avute con gli alloggi di sua proprietà
costruiti tra gli anni 1950 e ’70, dove dopo pochissimo tempo si
rendevano necessari interventi di manutenzione molto onerosi.
Soprattutto alle coperture e alle facciate si erano formate muffe e
corrosioni che vanificavano i bassi costi di realizzazione. Si
mostravano più resistenti gli edifici vecchi, costruiti con
tecniche e materiali tradizionali. Da qui nacque la decisione di
seguire i metodi e le tecniche del passato misti a quelli
più attuali dell’Architettura Bioecologica.
b) L’elevata qualità e la minore necessità di
manutenzione degli alloggi edificati bioecologicamente lasciava
intravedere che gli appartamenti si sarebbero affittati più
facilmente e per un tempo più lungo rispetto a quelli
convenzionali. Così è successo, c’è stata
addirittura una richiesta doppia rispetto al numero degli alloggi
disponibili.
E’ di fondamentale importanza rilevare che realizzazioni
bioecologiche anche di grandi dimensioni sono possibili e perfino
vantaggiose sia dal punto di vista tecnico ma soprattutto
economico.
LA REALIZZAZIONE DEL COMPLESSO ABITATIVO “Schafbruhl”
La Karlsruhe ha investito 27 miliardi di Lire per realizzare, su
una superficie di 13.000 ettari, 9 edifici per complessivi 111
alloggi, 2 negozi, uno studio professionale di progettazione ed
aree attrezzate comuni, coperte e anche all’aperto. Gli alloggi
hanno superfici calpestabili diverse e variano da 39 mq. fino a 110
mq.
Per la progettazione degli spazi e la scelta dei materiali da
costruzioni sono stati determinanti le condizioni climatiche locali
e le caratteristiche del sito, approfondite da una analisi
geobiologica.
Tutta l’area all’interno del complesso abitativo è
interdetta al traffico veicolare onde evitare inquinamento acustico
e atmosferico. Quest’area interna è invece solcata da una
fitta rete di stradine pedonali e ciclabili realizzate in
ghiaietto, per non “sigillare” il suolo con materiali artificiali
quali: calcestruzzo o asfalto. Unicamente nei casi di estrema
necessità é possibile la circolazione veicolare;
anche per il ricovero, le autovetture trovano spazio in parcheggi
dedicati localizzati ai margini del lotto.
Enrico Micelli
bioarchitetto
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