“Pulse”, un nuovo modo di lavare

Lavare senza rovinare i tessuti, con una lavatrice che non invecchia e che consuma poca energia elettrica: tutto questo prendendo come modello il tipo di lavorazione dei tempi della tinozza, del sapone di Marsiglia e dello strizzatoio a mano.

La lavatrice, il classico “parallelepipedo bianco”, si basa
sulla seguente sequenza:

contenitore+acqua+detersivo+agitazione=pulito.

In Italia, in un ambito all’avanguardia nel design industriale,
nasce un nuovo progetto che riparte dalla nozione di lavaggio e
riaffronta il discorso cambiando il rapporto tra macchina, spazio
architettonico e uomo: l’obiettivo è quello di associare, al
processo di lavaggio, un’esperienza sensoriale di purezza e
trasparenza.

“Pulse”, questo è il nome del progetto, è un salto
nel passato per l’ispirazione e uno nel futuro per i materiali e le
tecnologie: è stato concepito un nuovo ciclo di lavaggio in
cui gli elementi primari, aria e acqua, si muovono in un flusso
continuo, mettendo da parte la forza centrifuga (esterne) a favore
di quella centripeta (interna), caratteristica del lavaggio a
mano.

L’architettura della macchina è costituita da pochi
elementi: un involucro esterno rigido e un cuore delicato con un
cordone ombelicale coassiale che fornisce l’energia vitale, una
camera sottovuoto tra l’involucro esterno e il cuore, un motore che
pompa aria e acqua attraverso i rispettivi canali e una semplice
interfaccia.

L’evacuazione dell’aria dalla camera consente l’apertura del cuore
per espandere il carico. L’aria viene poi reintrodotta per chiudere
l’apertura. L’acqua viene pompata all’interno del cuore, lasciando
vuoto un volume predeterminato, mentre l’aggiunta e la sottrazione
ritmiche d’aria dalla camera sottovuoto provocano la contrazione e
l’espansione della membrana del cuore attorno al carico di
lavaggio.

Le sporgenze che ricoprono la superficie interna della membrana
emulano le dita della mano e assicurano che l’acqua saponata
impregni tutti i tessuti.
Al fine di ottenere una corretta miscelazione degli indumenti in un
sistema non a rotazione, si aumenta il vortice creato dai getti
d’acqua all’interno della membrana, alternando i getti d’aria e
d’acqua con un’inclinazione di 45° rispetto all’asse. Una mano
che strizza gli indumenti potrebbe simboleggiare lo scarico
dell’acqua: l’acqua viene evacuata e la membrana è compressa
dalla pressurizzazione della camera sotto vuoto, concludendo
così il ciclo di lavaggio.

L’interfaccia è composta da tre comandi: l’apertura e la
chiusura, un ciclo più forte per il bianco (il lavaggio base
è quello delicato) e l’avvio del ciclo. Le icone
elettro-illuminescenti si illuminano al tocco.

La lavatrice Pulse è associata a una famiglia di prodotti:
un piccolo kit di pulizia che contiene delle confezioni a forma di
blister di detersivo e ammorbidente (Mr. Clean); una paletta di
smacchianti specifici (Mr. Spot); mollette da bucato delicate per
appendere la biancheria (Miss PinUp, ) e un comodo contenitore con
scomparti separati per i tessuti bianchi e colorati (Mr.
Basket).

Progetto realizzato da Deepdesign di Raffaella Mangiarotti e Matteo
Bazzicalupo, collaboratori: Mariano Cucchi, Andrea Daelli, Elia
Mangia e Mattias Rosberg.

Tomaso Scotti

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