
I colossi cinesi hanno messo gli occhi sui preziosi giacimenti di ferro nei mondi Simandou, in Africa occidentale. Forte la preoccupazione delle ong.
Adolfo Pérez Esquivel richiede la creazione di una Corte Penale Internazionale dell’Ambiente e di una Corte Europea dell’Ambiente per sanzionare e prevenire i disastri ambientali.
Il pianeta chiede giustizia. E questo è l’appello che
parte dall’IAES (International Accademy of Environmental Sciences)
e dalla viva voce del suo presidente, Adolfo Pérez Esquivel,
Nobel per la Pace. Giustizia resa possibile dalla creazione di una
Corte Penale Internazionale dell’Ambiente e di una Corte Europea
dell’Ambiente, che possano, congiuntamente, definire, sanzionare e
prevenire nuovi disastri ambientali.
Impedire che calamità come Chernobyl o il naufragio della
petroliera Prestige, o che casi come quello della nube tossica di
Seveso o del traffico illecito di rifiuti si ripetano, è una
necessità oramai conclamata da più parti del mondo
scientifico, giuridico e politico. L’appello è corale e vede
il sostegno di numerose e autorevoli figure internazionali, da
Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama, al presidente Barroso, dal premio
Nobel per la Pace Shirin Ebadi, a Zapatero.
Nel progetto si legge: “tutti siamo responsabili:
insegnanti, organizzazioni sociali, sindacati, chiese, nel salvare
e proteggere la nostra madre terra e proclamare che un altro mondo
è possibile“. Ma per fare ciò è
necessario che: “ogni soggetto che abbia intenzionalmente
causato un disastro ambientale, debba essere giudicato da una Corte
Penale Internazionale dell’Ambiente che potrà garantire una
reale tutela dell’ambiente“.
È dalle parole del Procuratore Nazionale Antimafia Piero
Grasso, che si intuisce come ad esempio la criminalità
organizzata stia aumentando il proprio volume d’affari, nel campo
della cosidetta Ecomafia: “da tempo si è adeguta alle
frontiere delle più moderne attività imprenditoriali
e si è inserita in qualsiasi traffico, lecito ed illecito,
purché reddittizio”. E continua: “secondo dati di
Legambiente, nel 2007, il fatturato è stato di 20 miliardi
di Euro, pari ad un quarto degli affari delle mafie. Sfruttare le
risorse ambientali per fini criminali, sta diventando ormai una
costante”.
È la fiducia e la volontà trasmessa nelle parole
di Grasso che più colpisce: “certo l’uomo ha una influenza
spesso negativa sull’ambiente, ma è per questo che abbiamo
bisogno di risorse e sinergie transnazionali per combattere questo
tipo di reati. Ritengo – conclude quindi il Procuratore – che sia
venuto il momento di un osservatorio internazionale, che valuti
l’impatto della criminalità organizzata sulla sicurezza
ambientale, attraverso un concreto scambio di informazioni; senza
il muro della sovranità nazionale e che finalmente colpisca
le attività dolose in caso di disastro”.
“C’è bisogno di un cambio nelle coscienze e nella cultura
delle persone – afferma Adolfo Perez Esquivel – solo così
potremmo lasciare alle generazioni future un mondo migliore”.
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