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Nonostante la scienza medica ufficiale non sia sfavore di quella verde e abbia sempre sottovalutato i legami tra ambiente e salute, attenzione..
Nonostante la scienza medica ufficiale non sia sfavore di quella verde,
e abbia sempre sottovalutato i
legami tra ambiente e salute, il forte dilagare delle malattie
degenerative per cause ambientali è riuscito a mettere in
crisi tutta la credibilità della sua visione meccanicistica
dell’uomo, contribuendo a minare la netta distinzione tra stato di
salute e stato di malattia.
I più illustri oncologi sono costretti, sempre più a
denunciare che moltissime malattie dipenderebbero dal logoramento
del sistema immunitario, provocato dal degrado ambientale e dalla
incredibile diffusione di sostanze tossiche nell’aria, nell’acqua e
nel cibo.
Malgrado tutto, buona parte della classe medica continua nella
pratica di tutti i giorni a ignorare il problema e ad affidarsi
solo a terapie basate su farmaci specifici, convinti di guarire
qualsiasi malattia.
Certamente non è facile abbandonare le certezze, le grandi
illusioni scientifiche, ma purtroppo i dati sono allarmanti! I
costi legati alle malattie causate da problemi nutrizionali, ad
esempio, in tutto il mondo sono elevatissimi e quasi mai i
risultati sono soddisfacenti. Basti pensare che gli americani, pur
avendo i sistemi di cura più avanzati e la spesa pro-capite
per la salute più alta al mondo, sono solo al ventisettesimo
posto nella classifica dei paesi industrializzai con l’aspettativa
di vita più lunga. Non a caso, il 70 per cento dei decessi
è attribuito a malattie legate alle loro pessime abitudini
alimentari e le relative cure “scientifiche”, con farmaci di
sintesi chimica, sono ogni anno ufficialmente oltre 300.000 mila
morti.
Come ricorda Giorgio Cosmacini, medico, professore universitario e
maggiore storico della medicina italiana, nel suo illuminante libro
“Lettera a un medico sulla cura degli uomini”, edito recentemente
da Laterza: “La medicina ha fatto passi da gigante nella conoscenza
delle malattie e nello sviluppo delle terapie, ma rischia di
perdere la sua qualità essenziale, di cura degli uomini.
Succede perché è invasa dal mercato e sempre meno
centrata sui bisogni di salute, sempre più spesso succube di
un tecnologismo prepotente, assillata dalla necessità di
reclutare nuovi clienti, celebrata da camici bianchi spesso
distratti e a volte indifferenti.”
Il punto attorno a cui ruota l’ecologizzazione della medicina
è l’attuale concetto di “medicina olistica”, che considera
la persona nella sua totalità e affronta le relazioni tra il
corpo, la mente e l’ambiente esterno. Si tratta di un concetto
più “laico” di olismo, che ha sostituito alla relazione con
lo spirito, la relazione con l’ambiente esterno. La ricchezza e la
complessità della medicina olistica, è sempre
più accettata anche dalla classe medica, perchè
depurata da soluzioni semplicistiche e quasi miracolose, ai limiti
della magia.
Gabriele Bettoschi
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