
Ogni azione che compiamo durante la giornata emette CO2. Con il progetto Impatto Zero di LifeGate puoi calcolarne la quantità, ridurla, ma persino… farti perdonare per quella che ancora produci.
Quanto è pulita la tua auto?
Sono una ventina le case automobilistiche più blasonate,
quelle che l’anno scorso hanno venduto più di 150.000
vetture in Europa. E che insieme coprono circa il 90% del mercato
Ue.
Ma finora solo 5 si sono impegnate attivamente per
abbattere le emissioni di anidride carbonica. Stando
ai dati del 2005, la Fiat conduce la “gara” di
Kyoto con una media di 139g/km, tallonata dalle
francesi Citroen e Renault. A seguire Ford e Peugeot, che sono
quasi sulla buona strada.
Male le giapponesi: Mazda, Suzuki e Nissan sono agli ultimi
posti. E anche i modelli ibridi della Toyota non le sono valsi
più di un settimo posto, perchè ciò che conta,
in definitiva, è l’efficienza dell’intera flotta.
A rivelarlo è uno studio della Transport &
Environment, una lobby ambientalista con sede a Bruxelles. Che per
la prima volta ha svelato i dati sulle emissioni di Co2 marchio per
marchio.
Emissioni che sono direttamente legate al consumo di carburante:
le
auto più “pulite” sono le più
efficienti. Ad esempio: se una vettura emettesse nell’aria 120g/km,
potrebbe percorrere 100km con 5 litri di benzina (o 4.5 di
diesel).
Nel 1998 i produttori europei (ACEA), giapponesi (JAMA) e
coreani (KAMA) si sono impegnati con la Commissione Ue per
abbassare le emissioni di Co2 fino a 140g/km nel giro di 10 anni.
Ormai mancano solo 2-3 anni al traguardo, ma solo 5 case
automobilistiche sono sulla buona strada.
Nel frattempo sono aumentate le emissioni dovute ai
trasporti, che sono la pecora nera di Kyoto: dal 21%
nel 1990 al 28% nel 2004. E se l’industria non dovesse mantenere
l’impegno, Bruxelles ha già annunciato che ricorrerà
ad una legge “abbatti-emissioni”.
A differenza di Stati Uniti (California in testa), Cina e
Giappone, l’Europa è l’unica grande regione economica a non
avere una legge sull’efficienza dei veicoli. Come sottolinea il
rapporto della T&E.
Ce la facciamo a non rimanere indietro?
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