“Quattroruote”: più cervello meno piede destro

Su “Quattroruote” di novembre, un nuovo, ampio approfondimento sulla CO2. La più grande rivista italiana di auto aderisce al progetto Impatto Zero.

“Basta chiacchere, noi pianteremo alberi”; così si apre
il sito di “Quattroruote”, il più grande mensile di auto in
Italia. Un articolato programma d’adesione a Impatto Zero, il
processo LifeGate per calcolare e compensare le emissioni di CO2,
prende avvio da oggi.

Ecco alcuni estratti di tutti gli approfondimenti pubblicati online
da Quattroruote
.

Si parla molto di CO2, l’anidride
carbonica, uno dei gas effetto serra sul banco degli accusati per
le alterazioni climatiche. “Quattroruote” dedica all’argomento un
articolo sul fascicolo di novembre, coinvolgendo anche il
comunicatore per antonomasia della scienza per tutti: Piero Angela,
celebre volto televisivo, divulgatore e scrittore.

Filtri e catalizzatori da applicare
all’impianto di scarico delle vetture al fine di eliminare la CO2
non esistono. Si può, però, fare ricorso a un metodo
naturale: la funzione clorofilliana delle piante, che utilizza
energia solare per assorbire la CO2 dall’atmosfera, accumulandola
per sempre all’interno dell’albero sotto forma di legno.

“Quattroruote” ha deciso di realizzare e
proteggere la foresta perenne degli automobilisti: l’Editoriale
Domus aderisce al progetto Impatto Zero®
, contribuendo
a creare e conservare una foresta di 240.000 metri quadrati nel
Parco del Ticino, non lontano dalla nostra pista di Vairano e dalla
redazione di Rozzano. Potrete saperne di più anche cliccando
qui, dove si spiega in che cosa consiste la nostra iniziativa e
dove potrete calcolare quanta CO2 emette la vostra auto. Non solo:
potrete anche contribuire con un’offerta per compensare le vostre
emissioni effetto serra.

CO2: che cos?è, chi la
emette.
La CO2 è l’anidride
carbonica, un gas utilizzato anche per rendere frizzanti le bibite.
Da qui si capisce che non è un inquinante. Si tratta,
invece, di uno dei gas effetto serra (lo è pure l’innocuo
vapore acqueo), il cui eccessivo accumulo nell’atmosfera altera gli
equilibri climatici. Sotto (fonte Unione Europea, 2004) i veri
responsabili delle emissioni di CO2 emessa dalle attività
umane in Europa: l’auto lo è per il 12%.

– 12 % Automobili
– 14 % Aerei, camion e navi
– 16 % Industria
– 19 % Abitazioni
– 39 % Produzione d’energia

Come calcolare la tua
CO2.
Facile calcolare la CO2
emessa da un’autovettura. Per l’operazione ci si può basare
sui dati che le Case sono obbligate a dichiarare per ogni modello
in vendita.

“Quattroruote” è stata la prima
rivista a pubblicare questi valori per ogni modello nel suo
listino
: il numero che trovate è espresso in g/km
e, moltiplicando questo dato per il numero di chilometri che si
percorrono, si ricava la quantità emessa.

Un calcolo ancora più preciso si
può effettuare conoscendo quanti litri si sono consumati e
il tipo di combustibile utilizzato:
sono questi gli unici
elementi da cui dipende la CO2.
Applicando le formule qui di seguito

benzina: 1 litro
consumato = 2,38 kg di CO2 emessi

– diesel: 1 litro consumato = 2,65 kg di CO2
emessi

è immediato risalire alla quantità
prodotta dal motore.

Qualche esempio. Consumate 1500 litri di benzina
l’anno? 2,38 kg/litro x 1500 litri = 3570 kg: questa è la
quantità di CO2 che emettete. Il consumo dell’auto è
8 litri/100 km? 8 x 2,38 kg = 19 kg: questa è la
quantità emessa in un percorso di 100 km. Perché un
litro di gasolio emette più CO2 di un litro di benzina?
Perché un litro di gasolio pesa il 10% in più, quindi
emette il 10% del pari volume di benzina.

Più cervello e meno piede
destro.
Per emettere meno CO2, si
può iniziare già da una scelta razionale e ragionata
della vettura, che tenga conto delle reali necessità e delle
modalità d’utilizzo prevalente. Si può anche pensare
a un “downsizing” indolore, scegliendo un modello di classe
inferiore, senza per questo rinunciare a comodità, sicurezza
e prestazioni.
Inoltre, usare di
più il cervello e meno il piede destro fa bene all’aria, al
portafogli e alla salute. Una guida attenta e intelligente,
infatti, riduce molto il consumo di carburante, le spese di
manutenzione (e quelle per le multe…), e anche i rischi
d’incidente. Il tutto con minime rinunce: su un tragitto di 500 km,
se si viaggia a una media di 130 km/h invece che a una di 150 km/h,
s’impiegano appena 30 minuti in più, ma si consumano, come
minimo, dieci litri di meno. Quindi si emettono oltre 25 kg di
anidride carbonica in meno.

Una foresta è per
sempre.
Qualche
numero…

240.000 i metri quadrati di foresta
perenne adottati da Editoriale Domus nel Parco del Ticino
nell?ambito del progetto impatto Zero®. La messa a dimora di
circa 21.000 piante (olmi, querce, frassini eccetera) permette di
neutralizzare grandi quantità di CO2, che saranno assorbite
dalla vegetazione, ricreando nello stesso tempo un ambiente
rispettoso della biodiversità della zona.

3600 le tonnellate di CO2 che
saranno assorbite dai 24 ettari di foresta di “Quattroruote”
nell?arco della fase di crescita degli alberi, che da noi dura
mediamente 30 anni, e che saranno conservate nel legno per l’intera
vita del bosco.

22.000.000 i chilometri percorsi
dalle automobili che saranno neutralizzati dal nostro bosco,
tenendo conto che un’auto dell?attuale produzione europea emette
mediamente 163 grammi di CO2 al chilometro.

5 le tonnellate di CO2 assorbite
annualmente da ogni ettaro del nostro bosco, che contribuirà
anche a migliorare la qualità dell’aria con l’ossigeno
emesso dalla vegetazione.

10 i kg di CO2 assorbita in media da
ogni albero in un anno (molti di più durante i 30 anni della
maturità, molti di meno quando è giovane e vecchio).
Il valore si ricava considerando che in 100 anni una pianta assorbe
circa 1000 kg di CO2.

Fonte: Quattroruote.it

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
La valle dell’Omo, dove la vita scorre con il fiume

Le tribù della valle dell’Omo in Etiopia vivono a stretto contatto con la natura e il fiume da cui dipendono. Questo reportage esclusivo racconta come la costruzione di una diga, i cambiamenti climatici e un boom turistico stiano mettendo a dura prova la loro capacità di preservare stili di vita ancestrali.