
Alla scoperta delle città europee che sono importanti centri di subculture, movimenti ai margini che contribuiscono alla ricchezza culturale di tutti.
Se le sue atmosfere erano cupe, inquietanti, non lo erano invano. Muore a 91 anni uno degli scrittori più amati.
L’autore che ha fatto uscire la fantascienza dalla sua nicchia
facendola irrompere nell’immaginario collettivo, con tutte le
inquietudini e gli allarmi da essa veicolati, scompare. Ci lascia
circa 600 racconti e 50 libri, che hanno venduto più di 8
milioni di copie in 36 lingue.
L’editore HarperCollins ha confermato che lo scrittore è
morto a Los Angeles il 5 giugno dopo una non specificata “lunga
malattia”.”In una carriera di oltre 70 anni, Ray Bradbury ha
ispirato generazioni di lettori a sognare, pensare, e creare”
conclude la dichiarazione della HarperCollins.
Le sue storie distopiche spesso sono avvisi sui pericoli del
futuro. Il bene e il male nella scienza, il conflitto dei giovani
con gli anziani, i problemi della modernità.
E’ il caso anche del suo libro più famoso e ricordato,
Fahrenheit 451: composto nel
1953, in piena Guerra Fredda, e adattato a film da Francois
Truffaut nel 1966, è decennio dopo decennio sempre
più attuale, con la sua denuncia dei rischi del
totalitarismo, del controllo del pensiero, della censura.
La fama internazionale l’aveva già raggiunta tre anni prima
con Cronache marziane, una
raccolta di racconti incentrati sulla colonizzazione di Marte da
parte dell’uomo, con effetti collaterali impensabili.
“La cosa più divertente della mia vita è svegliarsi
ogni mattina e correre alla macchina da scrivere perché
qualche nuova idea mi aveva colpito – dichiarava Bradbury nel 2000,
al suo 80esimo compleanno – e le sensazioni che provo ogni giorno
sono pressoché le stesse che avevo quando ero
dodicenne”.
Le sue storie non erano di fantascienza, ma di fantasia, con un
discrimine tra reale e irreale da lui stesso dettato a sancire la
separazione. E se sono state cupe, tetre, inquietanti, non lo sono
mai state perché fini a se stesse, ma per un fine morale da
Bradbury stesso svelato: “Non ho mai cercato di predire il futuro.
Stavo cercando di prevenirlo”.
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