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Da tutta Europa giungono segnali di forte successo per il bio.
C’è sempre più fame di biologico, in tutta Europa. In
Francia la crescente domanda di prodotti bio sta spingendo gli
agricoltori francesi ad abbandonare insetticidi, pesticidi e altre
sostanze chimiche. Lo dicono i dati rilasciati da Bio Agency,
organizzazione che comprende sia rappresentanti del governo che
delle associazioni di produttori. Secondo le rilevazioni lo scorso
anno il numero di fattorie bio in Francia è aumentato
dell’8% rispetto al 2001 (ben 11.177 aziende), mentre l’area di
terreni coltivati con metodi biologici è cresciuta del 21%,
per un totale di 509.000 ettari. E ancora: il numero di mucche
allevate secondo metodi bio è salito del 21%, le pecore del
9. Tuttavia in Francia le aziende bio rappresentano ancora solo
l’1,7 per cento del totale delle aree coltivate, mentre i prezzi
dei prodotti bio sono generalmente più alti di quelli
convenzionali. In Europa, è l’Italia ad essere il più
grande produttore bio, con il 10 per cento della sua area
coltivata!
Nella vicina Svizzera le vendite di prodotti bio sono cresciute del
13% dall’anno precedente, raggiungendo, nel 2002, la cifra record
di 1,06 miliardi di franchi svizzeri (circa 800 milioni di euro)
secondo l’associazione elvetica di produttori bio Bio Suisse. Le
vendite attraverso le catene di vendita svizzere Migros e Coop
insieme hanno contato per circa i tre quarti delle vendite in tutto
il paese, scrive il “News Digest” svizzero. Il numero di
agricoltori convertiti al bio è cresciuto, del pari, del 6%.
Ora circa 6.500 agricoltori possono fregiarsi della “etichetta
Bourgeon”, assegnata da Bio Suisse per indicare i prodotti bio
certificati.
E in Italia? Secondo alcune notizie riportate in modo parziale, il
bio in Italia vende un po’ meno. Ma diamo una lettura più
approfondita dei dati.
Secondo le elaborazioni effettuate dalla Coldiretti sulla base
delle rilevazioni ACNielsen-Ismea relativo ai prodotti biologici
confezionati, si è registrato nel 2002 un assestamento: le
quantità sono in calo dell’1,6% (l’anno precedente si era
avuta una crescita di ben il 17,6%). Questi dati però
valgono solo per i prodotti confezionati con codice a barre – non
considerano i prodotti acquistati allo stato sfuso, alcuni
preconfezionati, quelli a peso variabile (quindi niente formaggi a
peso, né frutta e verdura). In tanti comparti le vendite di
prodotti biologici infatti proseguono il boom (uova +30% per le
quantità e +27,6% per i valori, carne e derivati +9% per le
quantità, +13,6% per i valori). Per molti altri generi
alimentari bio, invece, un lieve calo di quantità si
riflette in un aumento della qualità, del valore dei
prodotti stessi: è il caso di pasta e riso (-1% per le
quantità, +23% per i valori), latte e latticini (-3% per le
quantità, +33,5% per i valori), frutta e verdura (-3% per le
quantità; +28,2% per i valori), bevande (-2% per le
quantità; +40% per i valori).
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