Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.
Red List, animali in pericolo!
Cattive notizie dal meeting annuale dell’Unione internazionale per la conservazione della natura: il numero delle specie a rischio di estinzione cresce a un ritmo vertiginoso.
Più di 5.000 ricercatori, responsabili di organizzazioni
internazionali e rappresentanti politici, sono riuniti in
Thailandia per il meeting annuale della IUCN, Unione
internazionale per la conservazione della natura, la più
grande organizzazione del mondo per l’ecologia.
Uno degli eventi centrali, la presentazione della Red
List – la “lista rossa” IUCN degli
animali più a rischio.
E’ la più completa valutazione della
biodiversità del mondo mai condotta – vi hanno
lavorato più di 1.000 ricercatori con diverse organizzazioni
ambientaliste. Dice che le
specie in pericolo sono sempre di più, e il
numero di quelle in estinzione cresce a un ritmo senza
precedenti.
Un totale di 15.568 specie fronteggia oggi la
cancellazione dal pianeta, sono 3.300 in più
rispetto all’anno scorso. Pensate, un anfibio su tre ora è a
rischio; la metà delle tartarughe marine; una specie di
uccelli su otto; un quarto dei mammiferi.
Conclusioni? Secondo Simon Stuart, di Conservation
International, Wasghington, “c’è un ancor più grande
senso di urgenza in ogni azione a difesa della natura”.
Urgenza che in Italia è stata accolta al contrario, da
una notizia proprio nello stesso giorno. “Nuovi impianti sciistici
nel Parco Adamello-Brenta. Quelle piste faranno sparire gli
orsi”… i progetti di disboscamento e di movimento di terra per le
seggiovie, le due funivie e gli impianti d innvamento artificiale
in Trentino danneggeranno pesantemente l’habitat degli ultimi orsi
bruni delle Alpi.
Gli animali stanno scomparendo. Per questo, ripensando alla
notizia del macaco che, sottoposto a un esperimento al Nerviano
Medical Center in provincia di Milano, ha morsicato alla mano un
inserviente che lo stava tenendo fermo per un’iniezione, lo si
può anche guardare con occhi diversi. Presto potrebbe non
farlo mai più. Non perché finisce la vivisezione, ma
perché finiranno gli animali.
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