Ogm

Referendum sugli ogm: stessa proposta da destra e da sinistra.

«Per capire qual è l’orientamento di fondo del Paese potrebbe essere una buona idea fare dei referendum sugli ogm» dicono Alemanno e Capanna.

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«Per capire qual è l’orientamento di fondo del
Paese potrebbe essere una buona idea fare dei referendum
sugli ogm regionali». Lo ha detto il ministro delle Politiche Agricole
e Forestali, Gianni Alemanno (Alleanza Nazionale), in un convegno
promosso dal Ministero per cercare alternative di importazione di
soia Ogm-free per l’agroalimentare italiano di qualità. Il
ministro ha quindi posto l’accento sulla necessità di
sviluppare un adeguato sistema di etichettatura per distinguere la
soia ogm.

Dal capo opposto dello schieramento politico gli fa eco l?ex Dp
Mario Capanna (attualmente presidente del Consiglio dei Diritti
Genetici) secondo cui « in Italia è bene trattare gli
Ogm come venne trattato il nucleare, ovvero con un grande
coinvolgimento a livello nazionale di tutti i cittadini. Una
consultazione popolare: sono loro che devono decidere cosa mettere
dentro il loro piatto».

Capanna nelle scorse settimana ha scritto una lettera pubblica a
tutti i segretari di partito chiedendo di chiarire la loro
posizione sul tema Ogm; «i cittadini hanno diritto di sapere
se chi stanno per votare aderisce o no al principio di precauzione
e prudenza nei confronti degli Ogm».
Capanna, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato che tra
i motivi che lo preoccupano nei confronti degli Ogm
«c?è una scoperta fondamentale che ha fatto un
microbiologo dell?università di Berkeley, Ignacio Chapela:
non è vero che la modifica di un gene porta ad un risultato
unico e determinato, produce invece una molteplicità di
proteine…dunque vuol dire che l?assenza di un principio
deterministico rimette in discussione tutte le basi scientifiche
dell?industria biotech. Ci dice che non siamo più in grado
di controllare un fenomeno che del resto noi qui in Italia stiamo
già dimostrando di non amare».
Capanna poi dice di temere le pressioni delle multinazionali: sono
forti, fortissime a livello di commissione europea».

Claudio Vigolo

 

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