
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Regolamento su cibi e mangimi OGM: Greenpeace, “Un passo avanti e uno indietro”.
Ieri il Consiglio dei Ministri Agricoli ha limato il testo
presentato dalla Commissione Europea nell’estate 2001.
Scrive Greenpeace: “Fra gli elementi positivi della norma
c’è l’estensione del Regolamento anche ai mangimi OGM, che
rappresenta una svolta tale da permettere di fare scelte
consapevoli anche al mondo zootecnico che assorbe circa l’80% delle
importazioni OGM in Europa”.
“A questo passo avanti del processo normativo ne corrisponde,
però, uno indietro”, prosegue Greenpeace, riferendosi ad
aspetti quali la liceità di contaminazioni da OGM non
autorizzati dalle Autorità Europee (tollerati fino a valori
dello 0.5%); l’abbassamento allo 0.9% (dall’1% del testo iniziale)
del limite di etichettatura che rappresenta un ridicolo
‘contentino’ nei confronti di chi, fuori e dentro le Istituzioni
(come il nostro Ministro Alemanno), esigeva valori pari allo 0.5%,
già votati dal Parlamento Europeo.
“Un valore più rigoroso – secondo Greenpeace – avrebbe reso
incompatibile l’attuale proposta di soglie di tolleranza per le
sementi, in corso di discussione presso la Commissione Europea,
tolleranza che determinerà una subdola, ma consistente
contaminazione da OGM dell’agricoltura europea.”.
Altre perplessità. La procedura centralizzata di
autorizzazione per alimenti e mangimi OGM include la
possibilità di rilasciare autorizzazioni anche per semi e
piante trasngenici, aggirando i termini previsti dalla Direttiva
2001/18 sui rilasci di OGM nell’ambiente, entrata in vigore solo un
mese fa. Delegare la valutazione di rischio alla nascente (ma
ancora incognita nella sua composizione) Agenzia Europea per la
Sicurezza Alimentare, marginalizza le agenzie di biosicurezza
nazionali, impedendo di esprimere specifiche valutazioni relative
agli impatti sugli ecosistemi locali. Infine, manca una norma di
salvaguardia (prevista sia nella Direttiva 2001/18 che nel
Regolamento sui Nuovi Prodotti e Ingredienti Alimentari Novel Food)
che ammetta misure restrittive nazionali in caso di potenziale
rischio per la salute o l’ambiente da OGM autorizzati a livello
centrale.
“Misure per controllare gli OGM erano state da tempo richieste da
produttori, cittadini e dagli ambientalisti”, dice Luca Colombo,
responsabile della Campagna OGM di Greenpeace Italia. “Trovarci a
un passo dall’approvazione di tale norma è motivo di
soddisfazione, ma sapere che restano irrisolti alcuni suoi punti
significativi, lascia un po’ l’amaro in bocca. Auspichiamo
un’ultima prova di coerenza da parte del Parlamento Europeo nel
corso della seconda lettura del provvedimento, in linea con il
primo voto di luglio, per quanto il Consiglio dei Ministri ne abbia
fortemente condizionato il voto”.
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