Il Rebirthing si evolve nel Breathwork per ribadire, ancora una volta, come le abitudini respiratorie siano l’espressione corporea delle difese e dei principali modelli mentali di ogni individuo.
A cura di Milena Screm
Respira lentamente e scoprirai chi sei. Riprendere il contatto con il respiro può essere il primo passo, o un passo significativo, nel viaggio di riconnessione con se stessi. Intervenendo sulla respirazione, la funzione fisiologica che meglio esprime il concetto di “comunicazione”, possiamo infatti avere uno scambio d’informazioni tra i diversi livelli della nostra coscienza: dal corpo, alla mente, alle emozioni e viceversa.
Il rebirthing si evolve nel breathwork sviluppando un lavoro di introspezione basato sull’uso cosciente di una singolare tecnica respiratoria, chiamata cosciente e circolare o continua. Frutto di una intuizione, questo approccio al respiro tende al recupero della respirazione biologica dell’individuo: il modello respiratorio naturale e spontaneo presente anche nell’adulto nei momenti in cui è la vita vegetativa a governarne gli schemi. Questo avviene nel sonno e in fasi di rilassamento profondo, ma è possibile imparare ad auto-indurlo, compiendo così una vera rieducazione respiratoria.
La riduzione di ampiezza, durata e frequenza delle sospensioni di respiro (le apnee) sono il primo obiettivo che l’applicazione della tecnica punta a raggiungere con un’unica eccezione: l’apnea fisiologica che dura qualche istante e avviene esclusivamente alla fine dell’espirazione. La respirazione circolare è quindi un modo di respirare profondo, rilassato e continuo: gradatamente e lentamente l’intero organismo viene irrorato di sangue ossigenato, il quale nutre più efficacemente le cellule e facilita il processo di rilascio delle tossine. La lentezza e la dolcezza della pratica hanno lo scopo di evitare inutili forzature e reazioni di iperventilazione.
Nonostante queste chiare indicazioni pratiche, è comunque frequente che le prime esperienze di breathwork siano intense e coinvolgenti, sia a livello fisico sia a livello emozionale.
Alcune tensioni muscolari e il mantenimento di uno schema respiratorio ridotto (poca aria), sono due modalità funzionali alla difesa, alla protezione da sensazioni ed emozioni represse o negate. La pratica della respirazione cosciente e circolare innesca un processo opposto: i muscoli irrorati di sangue più ricco di ossigeno tendono a rilasciarsi e il flusso delle sensazioni e delle emozioni riprendere a scorrere nel corpo.
L’approccio alla vita emotiva proposto dal breathwork è basato sull’atteggiamento interiore che filtra l’esperienza e che guida il comportamento: il respiro diviene lo strumento pratico che consente di vivere le polarità, ovvero gli aspetti positivi e negativi, come parti necessarie all’unità e all’unicità del vissuto. L’impostazione stessa della tecnica suggerisce questo: l’assenza d’apnee, il flusso costante d’inspirazione, espirazione, inspirazione e così via e il ritmo scorrevole del respiro esprimono perfettamente la complementarità di pieno/vuoto, concavo/convesso, dare/ricevere, vita/morte. Un training respiratorio e, soprattutto, una scuola di educazione alle emozioni è una delle ricchezze interiori più preziose per la vita.
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