
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
Il problema dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi deve essere risolto, ma nessuno li vuole nelle proprie vicinanze. Nonostante questo la Ue punta al rilancio delle centrali nucleari. Saranno i soldi a “dare una mano”?
Le notizie arrivano dagli USA e dalla Russia. Ma anche nei paesi
della UE si devono trovare delle vie di uscita.
Cominciamo in casa nostra: tra le scorie prodotte nei quasi dieci
anni nei quali erano attivi impianti nucleari, i rifiuti
radioattivi provenienti da applicazioni mediche e quelli della
ricerca scentifica si sono accumulati più di 30 mila metri
cubi di materiale da stoccare. Ogni anno si aggiungono altri 2 mila
metri cubi provenienti da applicazioni mediche. Attualmente tutte
queste scorie radioattive si trovano in parte stoccate nelle
vecchie centrali nucleari, in parte nei centri ENEA, in parte
nell’impianto di riprocessamento di Sellafield (Scozia). Dove
piazzarle definitivamente? Nessuno lo sa, perché dovunque
vengono fatte indagini idrogeologiche per individuare un eventuale
“magazzino” definitivo, si scatenano le proteste della
popolazione.
Diversamente negli Stati Uniti: un gruppo di Indiani dello Stato
dello Utah ha deciso di mettere a disposizione dell’industria
nucleare una parte del terreno della loro riserva, situata
nell’arida Skull Valley, per stoccarvi ad interim, durante i
prossimi 40 anni, 40 mila tonnellate di rifiuti ad alta
radioattività! Secondo indiscrezioni essi riceveranno in
cambio complessivamente 48 milioni di dollari. Si tratta di gente
poverissima che abita in una zona senza industria o agricoltura. E’
previsto che entro il 2005 il totale del materiale radioattivo si
troverà nella riserva. Per il stoccaggio definitivo sono
previste le viscere delle vicine montagne Yucca Mountain.
20 miliardi di dollari sono stati offerti di recente al Presidente
Putin da parte degli Stati Uniti e da alcuni paesi europei per
mettere al sicuro armi e centrali nucleari sotto il controllo di
chi paga. Sia di centrali che di armi nucleari la Russia ne
possiede quantità enormi in condizioni pessime. Il pericolo
che vengano inquinate vaste zone o che gruppi terroristici si
possano impossessare dei materiali radioattivi è considerato
altissimo. Da qui la “generosità” della comunità
internazionale.
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