
Ha dato il via ai concerti ad alta quota ben 28 anni fa distinguendosi sin dall’inizio per il rispetto delle terre alte. Sancito anche da un manifesto.
Oggi, 26 Luglio 1968 – Londra Sia la Decca che la London Records (le loro etichette, rispettivamente per Europa e Nord America) hanno rifiutato di pubblicare il nuovo album dei Rolling Stones. A Mick Jagger, in particolare, la cosa va di traverso.
Oggi, 26 Luglio 1968
Londra
Sia la Decca che la London Records (le loro etichette,
rispettivamente per Europa e Nord America) hanno rifiutato di
pubblicare il nuovo album dei Rolling Stones. Non per il titolo
(Beggars Banquet, il banchetto dei mendicanti) né per il
contenuto “satanista” di alcune canzoni (come Sympathy For The
Devil).
Bensì per la foto scelta per la copertina: la parte
superiore, cioè, di un cesso con alcuni graffiti incisi sul
muro.
Incavolati neri per la presa di posizione dei loro discografici,
orgogliosi di loro stessi e delle loro scelte artistiche,
spalleggiati dal nuovo manager/produttore Jimmy Miller che ha
appena preso il posto di Andrew Loog Oldham, gli Stones
preferiscono spostare di quasi 6 mesi l’uscita del disco.
A Mick Jagger, in particolare, la cosa va di traverso.
Oggi Mick compie 25 anni e ha già in mente una bella festa
di compleanno sulle note dei brani di Beggars Banquet. Che deve
rimandare. Per la precisione, al 6 dicembre del 1968 quando, con
mossa diplomatica, gli Stones acconsentono di cambiare copertina,
optando per una scelta neutra che ricorda “l’album bianco” dei
Beatles uscito un mese prima. La copertina, infatti, è
l’imitazione di un biglietto d’invito in cui ci appare l’acronimo
RSVP, Repondez s’il vous plait, e cioè “è gradita una
risposta”.
La copertina del cesso con i graffiti viene recuperata per la prima
ristampa del disco su cd.
L’album è anche l’ultimo che vede la piena partecipazione di
Brian Jones, la cui slide guitar impreziosisce No Expectations
così come la sua armonica rende ancor più bluesy Dear
Doctor o Prodigal Son.
Anche se è Street Fighting Man uno dei pezzi memorabili del
disco, forse il brano più apertamente politico scritto dalla
premiata ditta Jagger/Richards.
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