
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
Proteggere l?ambiente non
Apparentemente le praterie del Ruanda sembrano
fertili e rigogliose, ma in realtà hanno un disperato
bisogno di aiuto. Così, in occasione dell’Anno
internazionale delle foreste, il ministro della Terra e
dell’Ambiente,
Stanislas Kamanzi, ha lanciato un’iniziativa (senza
precedenti per un paese in via di sviluppo) per la loro tutela.
“Senza una corretta tutela dell’ambiente non possiamo aspirare
ad alcuna forma di sviluppo”, ha dichiarato Kamanzi. In questo
senso, l’iniziativa non vuole solamente proteggere uno dei pochi
habitat naturali rimasti ad ospitare specie animali come il gorilla
di montagna, ma far diventare il Ruanda uno dei pochi paesi al
mondo che fanno della protezione delle proprie aree boschive una
priorità nazionale.
L’obiettivo è mettere sotto tutela fiumi e foreste entro
il 2035 in modo da fornire alla popolazione – che dovrebbe
raddoppiare nel giro di soli trent’anni – un ambiente
sostenibile, oltre che vivibile.
“È la prima volta che un paese in via di sviluppo si
impegna così attivamente. Ma la situazione è urgente
e il Ruanda può ridurre la povertà solo
salvaguardando l’ambiente”, ha affermato Hassan Partow, membro del
Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep).
Per fare un esempio, in seguito ai traumatici
episodi di violenza del 1994 il parco nazionale Gishwati, che
originariamente era costituito da 28 mila ettari di foresta, ora ne
ospita solamente 700 ettari. “Dobbiamo salire di livello. Non si
tratta solamente di piantare qualche albero” ha infine dichiarato
Stewart Maginnis dell’Unione mondiale per la conservazione della
natura (Iucn), uno degli esperti
stranieri che aiuterà il governo ruandese a convincere i
cittadini della necessità del progetto.
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