Sai leggere?

Nella maggior parte degli imballaggi sono riportate informazioni utili, a volte, anche l’impatto ambientale del prodotto che abbiamo tra le mani.

Le etichette degli imballaggi ci forniscono tante informazioni:
indicano il materiale di composizione, la sua provenienza, e
talvolta anche la quantità di anidride carbonica emessa per
la sua produzione (come ha iniziato a fare, ad esempio, la
multinazionale inglese Tesco).

Imparare a leggerle bene vuol dire poter differenziare bene, e
quindi migliorare il riciclo, diminuendo il nostro impatto
sull’ambiente.

  • Il segnale triangolare, vuoto, con le frecce che si rincorrono
    significa che ci troviamo di fronte o a materiale riciclato oppure
    che il packaging è riciclabile. Da solo è quindi
    ambiguo, perché non dice se è il frutto della
    lavorazione di materiale riciclato o se derivi da materia
    prima.
  • Sulle materie plastiche, al centro del triangolo, ci sono
    spesso delle lettere o un numero.
    I numeri da 1, 2 e 5 indicano un materiale riciclabile. 3, 4 e 6
    identificano un materiale raramente riciclabile; il 7 indica un
    imballaggio generalmente non riciclabile.
  • La sigla PE indica il Polietilene; se è ad alta
    densità (HDPE, PE-HD) è segnalato col numero 2, se a
    bassa densità (LDPE, PE-LD) è indicato col numero
    4.
  • PET è la sigla del Polietilentereftalato e si identifica
    con il numero 1.
  • PVC sta per Polivinilcloruro. Corrisponde al numero 3.
  • PP è il Polipropilene, indicato anche con il numero
    5.
  • PS è il Polistirolo, indicato anche con il numero 6.
  • VE, AL e ACC indicano rispettivamente vetro, alluminio e banda
    stagnata.
  • PI è il simbolo dei poliaccoppiati.
  • Il cerchio costituito da frecce che si rincorrono indica che il
    produttore aderisce ai consorzi, previsti dalla legge, per
    organizzare il recupero e il riciclaggio degli imballaggi,
    organizzati da CONAI (Corepla, Rilegno, Cial, Consorzio Nazionale
    Acciaio, Comieco e Coreve).

 

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