
La società elettrica che soddisfa la domanda nel 95% delle Hawaii ha annunciato un piano per raggiungere la neutralità climatica prima del 2050.
Il gigante anglo-olandese del settore petrolifero ha dovuto fare un passo indietro e smettere l’idea di cominciare in autunno le esplorazioni alla ricerca di gas e petrolio nel mare dei Ciucki
Il gigante anglo-olandese del settore petrolifero ha dovuto fare un passo indietro e smettere l’idea di cominciare in autunno le esplorazioni alla ricerca di gas e petrolio nel mare dei Ciucki, a 70 km al largo delle coste nordoccidentali dell’Alaska.
La decisione è stata presa dopo che il nuovo modello della cupola, utile a contenere eventuali sversamenti di greggio in caso di incidente, è rimasto danneggiato durante l’ultimo test. Episodio che ha impedito alla Shell di ottenere il via libera alle trivellazioni convincendo i dirigenti a rinviare il progetto alla prossima primavera artica, quando i ghiacci torneranno a sciogliersi.
Immediata la risposta di Ben Ayliffe, responsabile della campagna Save the Arctic di Greenpeace International che ha giù superato 1 milione e 700mila firme: “Shell ha investito sette anni di sforzi e speso quasi 5 miliardi di dollari nel programma Artico, ma ora possiamo vedere che tutto ciò non era altro che un colossale gioco d’azzardo. Gli investitori dovrebbero chiedersi se vale veramente la pena spendere così tanti soldi per cercare di sfruttare un ecosistema fragile come quello artico”.
Gli ambientalisti hanno vinto una battaglia, ma la guerra è ancora lontana dalla conclusione. Shell si è affrettata a dichiarare che il programma di esplorazione nell’Artico rimane di fondamentale importanza per soddisfare il fabbisogno energetico americano, per rilanciare economia e lavoro in Alaska e per le casse della compagnia.
A noi non rimane altro che continuare a firmare per arrivare a 2 milioni: Save the Artic!
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La società elettrica che soddisfa la domanda nel 95% delle Hawaii ha annunciato un piano per raggiungere la neutralità climatica prima del 2050.
Ad aprile, il Portogallo ha registrato il 51% di produzione elettrica da energie rinnovabili. Un record assoluto. Successo analogo anche in Spagna.
L’accusa è quella di aver contribuito consapevolmente alla crisi climatica. Eni rigetta le accuse. La società è criticata anche per i nuovi giacimenti.
Il Cdm italiano approva la realizzazione di 13 nuovi impianti ad agrivoltaico nel sud Italia. Dall’altra parte continua a sostenere il gas fino al 2028.
Da ottobre a marzo, le rinnovabili hanno coperto il 40% della produzione energetica contro il 37 da fossili. È la prima volta che accade in Europa.
Le fonti rinnovabili hanno raggiunto il 50,3 per cento dei consumi finali, in Germania, nel primo trimestre dell’anno in corso.
Digiwatt è uno strumento per misurare i consumi energetici della propria casa o azienda. Perché la transizione energetica dipende dalla consapevolezza.
Un gruppo di ricercatori ha sviluppato un metodo rivoluzionario per riutilizzare il silicio estratto dai pannelli solari usati.
Mentre il numero di impianti di energia rinnovabile cresce in Europa, due regioni importanti come Lazio e Sicilia vogliono bloccare eolico e fotovoltaico.