
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
Decidono i Paesi riuniti dal 16 al 20 giugno nello stato caraibico di St. Kitts e Nevis, per l’IWC. Il Giappone pregusta la maggioranza del fronte pro-caccia: potrebbe aumentare la caccia “scientifica”. Destinazione, ristoranti di lusso.
Dal 1986 è vietato cacciare le balene. In tutto il mondo.
Le navi baleniere di alcuni stati però non si sono mai
fermate, e continuano a solcare i mari, attrezzate come macelli
galleggianti in cui le balene arpionate vengono sventrate con la
scusa della “ricerca scientifica”. Nell’ambito della
Commissione Internazionale sulle Balene (IWC) si
discute del loro destino.
Cacciare balene rimarrà illegale, o sarà
permesso?
Giorni decisivi. Il Giappone, infatti, ha recentemente, e
trionfalmente, annunciato l’adesione di Cambogia e Isole Marshall
al fronte degli Stati favorevoli alla caccia, che sono così
arrivati a 36 membri sui 69 totali. Una maggioranza che, pur non
consentendo di riaprire la caccia commerciale (per la quale
è necessaria la maggioranza dei due terzi dei Paesi ammessi
nella Commissione), può consentire al
fronte pro-caccia di aumentare le quote degli animali
da uccidere.
L’atteggiamento aggressivo del Giappone, già
palese nell’ultimo meeting della Commissione
Internazionale Baleniera lo scorso anno in Corea, potrebbe ora
sfociare in una vittoria (nonostante la recente adesione di Israele
al gruppo di nazioni contrarie alla caccia) che rischia di mettere
in pericolo il futuro delle balene. Secondo gli esperti LAV, il
fronte capitanato dal Giappone favorevole a qualsiasi tipo di
caccia alle balene potrebbe scatenare senza più vincoli
quella “caccia scientifica” dietro cui si trincerano gli Stati che
fanno dell’uccisione di questi meravigliosi mammiferi marini un
affare lucrosissimo…
Giappone, Norvegia e Islanda, infatti, hanno cacciato
principalmente balene Minke da quando è entrata in vigore la
moratoria sulla caccia commerciale nel 1986, ma il Giappone – che
ha dichiarato di voler raddoppiare la sua caccia a queste balene da
440 a 850 l’anno – è intenzionato ad includere nelle quote
del suo programma “scientifico” anche 50 megattere e 50 balenottere
azzurre.
Questo, nonostante un recente studio dell’università di
Auckland (Nuova Zelanda) abbia dimostrato quanto anche la caccia
“scientifica”, che comporta l’uccisione di numeri definiti di
animali e solo di alcune specie, stia danneggiando la popolazione
di questi cetacei in maniera preoccupante.
Secondo l’ultimo rapporto della Commissione baleniera
internazionale, infatti, la popolazione di balene Minke, o
balenottere dal rostro, si era ripresa fino a raggiungere i 750
mila individui, ma recenti ricognizioni del Pacifico meridionale
hanno rivelato che non supera i 250 mila. Le balene gibbose, o
megattere, sono ancora più scarse, con una popolazione
attorno ad isole come le Figi, descritta come “vicina a
scomparire”. Secondo le cifre del rapporto, le megattere al largo
delle coste orientale ed occidentale dell’Australia, poi, sarebbero
attorno a 16 mila, ma secondo la nuova ricerca il numero sarebbe
molto inferiore.
Un film dagli investigatori della World Society for Protection
of Animals (WSPA) e della Environmental Investigation Agency appena
divulgato mostra l’uccisione di una balena da parte di una nave
norvegese, in aperta violazione dell’accordo internazionale.
Nonostante una “granata esplosiva dell’ultima generazione”, la
balena ha impiegato oltre due minuti e mezzo per perdere
conoscenza, in preda a dolori che non possiamo immaginare.
Leah Garcés, direttore della WSPA. afferma: “Come si fa
ad affermare che c’è un ‘tempo accettabile di morte’ per una
balena?”.
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