
I livelli dei due fiumi, fondamentali per il trasporto merci interno in Europa, sono estremamente bassi per colpa della siccità.
E’ giunto il momento in cui il mondo deve sapere che sono esistiti grandi uomini che si sono occupati di insetti. E quindi oggi vorrei trascinare fuori dall’oblio un grandissimo entomologo/medico: l’inglese Sir Ronald Ross.
Conoscete Enrico Fermi? Avete mai sentito parlare di
Heisenberg? E di Niels Bohr? Certo direte voi, sono tutti famosi
fisici. Ed è inutile citare l’onnipresente Albert Einstein
che fa le linguacce da poster, magliette e tantissimi libri non
solo di fisica. In quanto a notorietà anche i chimici non
se la cavano male: Mendeleev per esempio il cui nome viene
riportato in tutte le pareti delle classi del mondo sulla sua
tavola periodica. E poi ci sono Celsius, Amedeo Avogadro, Antonio
Natta ecc.
Certo, lo ammetto, sono tutte persone dotate di una certa
intelligenza ma, sappiate cari amici, che il fulmine del genio ha
colpito anche una vasta categoria di intelligentoni che però
la storia ha completamente dimenticato. Sto parlando, ovviamente,
degli entomologi, alcuni dei quali hanno scoperto mirabili cose sul
mondo a sei zampe ma il mondo li ha ignorati. Parlo di Guido Grandi
per esempio, che ha tolto ogni ombra, ogni dubbio
sull’impollinazione del fico. Eppure a questo importante
personaggio è stato dedicato solo un piccolo giardino nella
periferia di Bologna. E invece esistono piazze, vie, scuole e
addirittura degli ospedali che riportano in bella vista il nome di
Einstein. E che dire di Jean Henri Fabre, entomologo geniale
scopritore, tra le altre importanti cose, della stupidità
degli insetti.
Ebbene, io dico no! E’ giunto il momento in cui il mondo deve
sapere che sono esistiti grandi uomini che si sono occupati di
insetti. E quindi oggi vorrei trascinare fuori dall’oblio un
grandissimo entomologo/medico: l’inglese Sir Ronald
Ross. Questa intelligente persona scoprì
nientepopodimeno che alcune zanzare sono vettrici del terribile
morbo della malaria. Nel 1897 infatti, lo scienziato capì
che i parassiti si annidano nell’apparato digerente delle zanzare e
quindi, dopo una puntura, passano all’uomo facendolo ammalare.
Ma la storia non finisce di certo qui, un entomologo di razza
non si ferma davanti alla prima battaglia vinta, egli vuole vincere
la guerra. E fu così che, suggerendo ai posteri la frase
“armatevi e partite”, spedì due suoi collaboratori nel bel
mezzo della giungla indiana infestata, tra le altre cose di zanzare
assetate di sangue e gonfie di plasmodi malarici. I due furboni,
però, rimasero in tenda per ben due mesi non osando mettere
fuori neanche il naso. E fu così che ritornarono sani e
salvi dal loro maestro. In un luogo dove abitualmente ci si
ammalava di malaria, la malattia non veniva trasmessa se non si era
punti da questi insetti. Sir Ross prese alcune zanzare infette e
fece pungere il suo unico figlio: pensate alla gioia, cari amici,
alle lacrime di commozione quando Sir Ross vide il suo figlioletto
delirare in fin di vita sotto l’effetto della malaria. Quella
infatti fu la prova schiacciante della veridicità della sua
teoria.
Piaciuta la storia? A mio avviso è molto più
avvincente di quella relativa a Newton e la sua mela, che in
confidenza, mi sembra piuttosto banale. Eppure siete mai transitati
per Stazione Ross? Avete mai cercato sul navigatore Via Sir Ross?
Assolutamente no, a questo genio della entomologia non è
stato dedicato manco un vicoletto. Ma voglio chiudere con una buona
notizia: il figlio di Ross, dopo essersi avvicinato pericolosamente
alla morte, riuscì a spuntarla e a ritornare sano come un
pesce. E padre e figlio vissero per sempre felici e contenti.
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