
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
Slow Food fa sentire la sua voce anche in sede europea per promuovere e difendere una produzione agroalimentare di qualità.
“Non ho argomenti per dire che gli ogm sono nocivi, quello che
invece è vero è che impollinano i campi agricoli
convenzionali e biologici. E questo non va bene?. Queste le parole
di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, intervistato durante i
vari incontri a Bruxelles con gli europarlamentari.
Gli agricoltori hanno il diritto di scegliere cosa coltivare,
secondo Carlo Petrini, ma quando ci sono di mezzo gli ogm non ci
sono garanzie sufficienti contro il rischi di impollinazione. I
brevetti degli organismi geneticamente modificati, inoltre, sono di
proprietà delle aziende produttrici che le vendono ed
esigono anche il pagamento di royalties dagli agricoltori che le
utilizzano. Le sementi dovrebbero invece appartenere alle
comunità rurali, precisa Petrini, che aggiunge ?in base a
questa invasione della politica degli ogm, in India si è
verificata una situazione drammatica: oltre 20.000 contadini si
sono suicidati perché non potevano pagare le sementi e i
pesticidi necessari per coltivare transgenico?.
Questi i punti salienti del promemoria in materia consegnato ai
parlamentari europei da Slow Food:
Gianluca Cazzaniga, Claudio Vigolo
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Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
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