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Slow Food, i buongustai, e l’ecologia
Salone del Gusto 2006 e Terra Madrte: abbiamo intervistato Nicola Perullo, Coordinatore Didattico dell’Università
Il bilancio è molto positivo, le presenze sono state
numerosissime, superiori anche a quelle degli anni passati Questo
anche grazie al fatto che ormai il Salone non è più
un evento a se stante, ma è collegato a Terra Madre,
l?incontro della comunità del cibo da tutto il mondo. Sono
intervenute molte migliaia di persone che hanno partecipato a
laboratori, workshop, sul tema dell?agricoltura e del futuro
dell?agricoltura su questo pianeta. Abbiamo unito la parte
tradizionale del Salone del Gusto con le degustazioni, i prodotti,
i mercati alla parte che riguarda tematiche ecologiche ed
ambientali legate al cibo e all?alimentazione
Ci può dare qualche numero e qualche tema uscito da
quest?edizione di Terra Madre?
A differenza della
passata edizione, quest?anno non ha soltanto coinvolto i
produttori, gli allevatori, i contadini, i pescatori: la grande
novità di Terra Madre è che questo già folto
gruppo di rappresentanti delle comunità del cibo è
stato affiancato da due grandi categorie che sono quella dei cuochi
? più di 1.000 da ogni parte del mondo ? e quella delle
università. Il rapporto ora è tra produttori,
ricercatori di ogni università del mondo e cuochi. Slow
Food intende mettere a disposizione il suo sapere e la sua
struttura affinché queste tre categorie creino una rete di
comunicazione fra di loro per sviluppare un pensiero sul tema della
qualità del cibo, del futuro del pianeta dal punto di vista
ambientale ed ecologico, della didattica e della ricerca. E?
essenziale che si crei una rete tra ogni anello della catena, tra
chi produce il cibo e chi lo consuma, passando per chi fa ricerca
su questo, il mondo delle Università.
Da associazione di buongustai ad associazione impegnata
anche sul fronte dell?ecologia. Dove sta andando Slow
Food?
Più che cambiando stiamo acquisendo ?consapevolezza? di
alcune tematiche. Il tema del diritto al piacere – che passa anche
attraverso il cibo – non può essere disgiunto da ciò
che rende possibile questo piacere: è inutile pensare a
degustare cibi se questi poi scompaiono dalla faccia del pianeta e
diventano un residuo per pochi fortunati buongustai benestanti.
Slow Food è un movimento internazionale che cerca di rendere
accessibile alla maggior parte di persone la filosofia del diritto
al piacere e della qualità della vita. Quindi, in
realtà, Slow Food sta prendendo consapevolezza del fatto che
non ci si può limitare semplicemente a consumare il cibo, ma
che dobbiamo pensare al modo in cui questo cibo viene prodotto, ai
contesti climatici, geografici, paesaggistici, ambientali.
Difendere il buon cibo significa anche difendere questi contesti.
Non ha senso un cibo di qualità se non si presta anche
attenzione alla sua origine. E? un?operazione di grande
complessità ma è necessaria se non vogliamo appunto
diventare una sorta di naufraghi che stanno lì a fare festa,
a gozzovigliare, mentre la nave sta affondando.
Claudio Vigolo
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